La neoplasia, che occupava circa un quarto del volume cerebrale, è stata asportata con l'ausilio del neuronavigatore e del microscopio operatorio. La piccola, proveniente da un ospedale di Foggia, ha superato bene l'intervento, è in condizioni stabili ed ha ripreso ad alimentarsi.
Nei giorni scorsi una neonata di 5 mesi è stata sottoposta ad un delicato intervento chirurgico in Casa Sollievo della Sofferenza per l'asportazione di un neoplasia al cervello.
La bambina, proveniente da un ospedale di Foggia dove era ricoverata da due giorni, è stata trasportata d'urgenza a San Giovanni Rotondo in uno stato di perdita di coscienza, febbre e vomito. Dai primi accertamenti diagnostici è emerso da subito un quadro preoccupante dovuto alla presenza di una voluminosa neoplasia che occupava sia i ventricoli laterali che il terzo ventricolo del cervello. Il blocco di quest'ultimo causava un'idrocefalia, cioè un accumulo di liquido cerebrospinale che a sua volta genera un'ipertensione cranica, con il rischio di seri danni al tessuto cerebrale e alle funzioni vitali.
Alla piccola, presa in cura dalle unità di Neurochirurgia e Anestesia-Rianimazione II, è stata subito praticata una derivazione ventricolare esterna. «Si tratta di una procedura chirurgica per posizionare un catetere nel sistema ventricolare del cervello con l'obiettivo di drenare il liquido e ridurre la pressione endocranica - spiega Alfredo Del Gaudio, primario dell'unità di Anestesia e Rianimazione II-.Successivamente l'abbiamo tenuta sedata per un giorno per stabilizzare il quadro clinico e per prepararla al meglio all'intervento al cervello».
«La neoplasia - ha spiegato Vincenzo Monte, neurochirurgo del dipartimento Testa-Collo - occupava sia i ventricoli laterali che il terzo ventricolo del cervello. Con un approccio transcalloso tra i due emisferi cerebrali, siamo arrivati all'interno dei ventricoli laterali del cervello e con il microscopio operatorio abbiamo rimosso radicalmente la neoplasia, che occupava quasi un quarto del volume del cervello. Fondamentale è stato anche l'ausilio del neuronavigatore, uno strumento innovativo che, sulla base di tac e risonanze già acquisite, ricostruisce un'immagine tridimensionale delle parti anatomiche del paziente. Il chirurgo è in grado così di localizzare passo dopo passo, in tempo reale e con la massima precisione, sia le parti anatomiche, sia le neoplasie».
Durante i giorni di degenza, quando la neonata era in pericolo di vita, i genitori hanno acconsentito alla somministrazione del sacramento del battesimo. Il cappellano dell'Ospedale l'ha così battezzata nella sua stanza e, su richiesta dei genitori, le è stato dato come secondo nome Pia.
La piccola ha superato bene l'intervento, è in condizioni stabili ed ha ripreso ad alimentarsi. Da due giorni ha lasciato la terapia intensiva, ed è stata trasferita presso l'unità di Neurochirurgia.
L'unità di Neurochirurgia nel 2015 ha fatto registrare quasi 1.400 ricoveri, di cui il 60% prestazioni chirurgiche con un elevato indice di complessità pari a 2,05. La percentuale dei ricoveri di pazienti extraregionali è stata del 15% mentre, sul totale dei ricoveri dei pazienti pugliesi, il 60% proviene dalla provincia di Foggia e il rimanente 40% da tutte le altre province.
Ogni anno l'IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza accoglie circa 1.300 trasferimenti dagli ospedali regionali pugliesi, di questi circa il 20% sono pazienti critici da terapia intensiva.
Fonte: OperaPadrePio.it