Costituita l'Accademia Sannicandrese del Dialetto

Sensibilizzerà l'opinione pubblica alla tutela, promozione e valorizzazione del dialetto

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa dell'ASD accademia sannicandrese del dialetto

Il 9 settembre, presso la sala conferenze di Palazzo “Fioritto”, si è svolta l’Assemblea che ha sancito ufficialmente la costituzione dell’Accademia Sannicandrese del Dialetto" (ASD).
Alla presenza delle Autorità cittadine nella persona del Sindaco Matteo Vocale e dell'Assessore alla Cultura Arcangela Tardio, la neocostituita Associazione, dopo i diversi interventi dei presenti, ha provveduto all’approvazione dello Statuto Sociale e alla elezione, avvenuta per acclamazione, del Presidente, nella persona di Giuseppe De Cato, e degli altri componenti del Consiglio Direttivo: Giuseppe Basile, Catia Palermo, M. Lucia Grana, Aurelia De Filippis, Lina Di Leo e Vincenzo Civitavecchia.
 

“L’ASD – si legge nell’art. 2 dell’Associazione – ha per finalità: a) la sensibilizzazione dell’opinione pubblica e dei decisori politici e detentori di centri di influenza ad intraprendere iniziative volte allo studio, alla tutela e alla promozione nonché alla valorizzazione del dialetto, quale portatore di fondamentali radici linguistiche e storico-culturali della comunità; b) porsi come centro di studi e normazione delle forme grammaticali ed espressive del dialetto sia in forma scritta
sia in forma verbale.
Il tenore e la valenza culturale dei vari interventi (fra i quali, in particolare, quelli di Giuseppe De Cato, del Sindaco Matteo Vocale, di Giuseppe Basile, Giacinto Lombardi, Nazario Bizzarri, Lina Di Leo e Mario Lucio Giordano,… ) e l’entusiasmo con il quale tutta l’Assemblea ha accolto l’iniziativa, lascia ben sperare che la nascente Accademia, potrà svolgere un ruolo significativo nel contesto culturale del territorio.

Valorizzare il dialetto di una comunità è più che un atto di preservazione linguistica; è un investimento nella conservazione dell'identità, delle storie, della diversità e della ricchezza culturale che definisce e arricchisce una comunità nel corso del tempo. Questo non significa, ovviamente, che la valorizzazione delle parlate dialettali debba essere confusa con una sorta di chiusura verso le altre lingue. È possibile preservare e promuovere il proprio dialetto mentre si incoraggia l’apprendimento della lingua nazionale o di altre lingue, utili e necessarie per il lavoro e per più ampie finalità di comunicazione. I dialetti spesso contengono termini e modi di dire unici; parole ed
espressioni che sono state utilizzate nel corso dei secoli e che possono arricchire la lingua in termini di espressività e varietà lessicale. La perdita di un dialetto può portare alla perdita di questa ricchezza linguistica. La diversità linguistica è un fattore di ricchezza del patrimonio culturale mondiale. Ogni dialetto rappresenta un modo unico di vedere il mondo e di esprimere idee, emozioni e esperienze.
È importante valorizzare il dialetto, anche per preservare il patrimonio identitario e storico-culturale di una comunità. Il dialetto, infatti, rappresenta una componente fondamentale dell’identità di una comunità. Parlarlo e preservarlo contribuisce a mantenere vive le proprie radici culturali e storiche; molte storie, leggende e tradizioni sono tramandate oralmente attraverso il dialetto.

È altresì fuori d’ogni dubbio che la valorizzazione del dialetto può contribuire all'inclusione sociale; può promuovere il senso di appartenenza ad una comunità e alla stessa Nazione; può rivelarsi un mezzo per connettersi con le proprie radici e aiutare a comprendere meglio la propria storia
familiare e la storia della comunità di appartenenza.
Il dialetto è anche un mezzo che favorisce la comunicazione intergenerazionale, in quanto permette alle generazioni più giovani di mantenere un legame con le generazioni più anziane; è un mezzo per trasmettere conoscenze, storie e valori culturali da una generazione all'altra. Il dialetto è un mezzo di identificazione comunitaria: contribuisce a unire le persone in una comunità e creare un senso di appartenenza. Quando le persone parlano lo stesso dialetto, si sentono più vicine tra loro e
rafforzano i legami sociali.
In un mondo sempre più globalizzato, il preservare il dialetto può rappresentare un atto di resistenza culturale, sottolineando l'importanza di conservare ciò che è unico e specifico di una determinata comunità. Il dialetto può essere una fonte di ispirazione per l’arte e la creatività, compresi la letteratura, la musica e il teatro. La sua valorizzazione può stimolare la produzione culturale locale.
Il dialetto può addirittura diventare un elemento di attrazione turistica. I visitatori spesso sono interessati a sperimentare la cultura e la lingua locali, contribuendo così all'economia locale. Viva il dialetto, dunque! Il suo studio, la sua comprensione, il preservarlo e parlarlo NON è alternativo alla LINGUA ITALIANA, ma è di sostegno e arricchimento alla grande valenza linguistica e storico-culturale della nostra lingua nazionale. E se proprio qualche parola della lingua italiana non dovesse piacerci, è sempre meglio sostituirla con una parola del proprio dialetto anziché lasciarsi prendere dal “morbus anglicus” che, alla lunga, rischia di portare solo ad una regressione culturale e al depauperamento della nostra lingua.

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