La chiesa di S. Maria di Devia, arcinoto gioiello del romanico pugliese nel territorio di San Nicandro Garganico, torna agli onori delle cronache locali. Questa volta è per una petizione online (clicca QUI), in cui si chiede al nuovo vescovo di San Severo, mons. Giovanni Checchinato, di adoperarsi affinché la chiesa "sia restituita alla pubblica fruibilità".
"Un monumento nazionale che dovrebbe essere visibile a tutti", si legge nel testo che accompagna la petizione. "Fino a pochi anni fa - scrivono i promotori - l'apertura della chiesa era garantita da giovani volontari di Legambiente ed era possibile visitarla d'estate secondo un calendario fissato a inizio stagione e durante tutto l'anno su appuntamento. Purtroppo però per decisione del parroco da alcuni anni la chiesa è chiusa, le visite sono interdette ed è impossibile accedervi".
E su facebook monta la polemica. Questa volta è don Peppino D'Anello, attuale parroco di S. Biagio e per anni viceparroco del Carmine, parrocchia che ha la custodia dell'antica chiesa per conto della curia sanseverese, che risponde a chi ha promosso la petizione: "Le solite bufale dei soliti opportunisti anticlericali che vogliono a tutti i costi mettere le mani anche sulla chiesa" è la difesa del parroco, che risponde usando un profilo amico (non dispone di account social). "Scusate lo sfogo ma una bugia più grande non potevano inventarla. Chiarisco subito - spiega don D'anello - che la chiesa è visitabile sempre e molti gruppi durante l'anno vengono a visitarla testimone il signor Nico Moscatelli di Foggia che porta diversi gruppi e non trova mai problemi, poi la chiesa è aperta in estate dalla domenica dopo la festa della Madonna del Carmine fino alla'ultima di agosto, il 14 agosto a sera si va in pellegrinaggio a piedi e a mezzanotte si celebra la santa messa, il 15 mattina processione in mare con il simulacro della Madonna di Monte Devio nel pomeriggio santa messa e processione nel sito archeologico.
Per visitare la chiesa basta telefonare al parroco niente di più. Fino a qualche anno fa i cosiddetti volontari percepivano un contributo comunale e alcuni anni anche dalla provincia, i volontari della parrocchia (del Carmine, ndr) lo hanno fatto e lo fanno tuttora assolutamente gratis. Riguardo ai volontari degli anni passati, alcuni (altri si sono dimostrati seri), si sono comportati male verso il parroco e la parrocchia per questo sono state ritirate le chiavi", chiarisce don Peppino, che conclude: "una cosa è certa, per tenerla aperta sempre ci vuole un custode, non è cosa di volontari. Per avere un custode ci vuole un mensile, l'assicurazione, i vari versamenti a norma di legge ecc.La parrocchia non può mantenere un custode, se il signore che propone la petizione magari insieme a chi la firma offrono questo contributo, la parrocchia e tutta la comunità del Carmine è molto contenta e chiunque potrà trovare la chiesa sempre aperta, ma se sono bravi solo a parlare dimostrano di essere quello che sono".
Un problema non nuovo, dunque, soprattutto per il fatto (e lo testimoniano anche le molte mail che arrivano di tanto in tanto alla nostra Redazione) che i recapiti da contattare per le visite non sono pubblici, bisogna arrivare al parroco tramite conoscenti, non c'è un sito internet e su google gli unici riferimenti che si trovano, oltre alla pagina di Wikipedia, sono quelli alle numerosissime pubblicazioni che testimoniano l'importanza dell'edificio e del sito dove sorge.
Sicuramente, come accade ovunque, l'unica via d'uscita sarebbe una convenzione pubblico (Comune, Parco del Gargano, ecc.) - privato (Curia vescovile), che consentirebbe una gestione ottimale, con l'impiego di personale specializzato, semmai del posto, attraverso l'erogazione di fondi pubblici che, considerato lo stato della chiesa, sarebbero più facili da rinvenire anche per i richiami conservativi di cui necessita.