A San Nicandro Garganico, città dall'antica tradizione propriamente garganica, è ancora in uso, specie presso la generazione di età medio-alta, l'atavica consuetudine di identificare le persone con il soprannome di famiglia, ovvero quel nomignolo nato anche secoli addietro per un detto memorabile, o un fatto particolare, per il mestiere, la provenienza, l’aspetto fisico di chi ne è stato la causa, che un po' alla stregua del cognomen degli antichi Romani, finiva per identificare meglio la persona a cui era stato "appioppato", se non diveniva addirittura una sorta di nomen che, nel tempo e nei secoli, ha finito per indicare la gens, la famiglia di provenienza.
A fare chiarezza nella fittissima e impervia foresta di soprannomi sannicandresi ci ha pensato il docente Mario Marsilio (foto 2), classe 1946, stabilitosi a Milano dopo gli studi universitari che ha concluso con una tesi letteraria sulle "fonti dialettali". Marsilio, che nonostante tutto ha avuto il cuore sempre fermo e pulsante nella sua San Nicandro, dove conservava anche gli affetti della famiglia nativa, tra cui la più nota e compianta sorella Nunzia, meno di quattro anni fa aveva dato alle stampe "I 'Ndràndela", un volumetto che raccoglie gli antichissimi "canti dell'altalena".
Quasi nello stesso periodo aveva iniziato una minuziosa e scrupolosa raccolta dei soprannomi sannicandresi, attingendo anche ai fatti e agli aneddoti che ne furono all'origine, che oggi vede la luce in un volume intitolato "I soprannomi di San Nicandro Garganico. Racconti di vita paesana". Non un semplice elenco dallo scarno sapore manualistico, dunque, ma un appassionato - e a tratti divertente - racconto, laddove è stato possibile rincorrerne le tracce spesso antichissime, di circostanze tipicamente popolaresche che hanno creato quel "marchio", vissuto con discreto imbarazzo da alcune famiglie, oppure vantato con orgoglio da altre.
"L’origine di un soprannome - scrive in apertura del libro Marsilio - è fonte di fama e di vita quasi eterna per chi l’ha provocata, perché i suoi discendenti ne perpetuano il ricordo di generazione in generazione, al fine di dare lustro al proprio casato o ricavare gloria dalle gesta del loro antenato. Egli, così, diventa famoso come lo diventa un santo o un condottiero e dà inizio ad una nuova stirpe che, per quella parola o per quel fatto singolare, lo ricorderà per sempre".
Il volume, dato alle stampe da PubliGrafic di Nazario Cruciano, con una bella copertina in nero con sovrascritta la miriade di soprannomi e, al centro, una foto d'epoca di via Stignano dalla Lampia d' P'trèlla, si apre con un autentico sonetto dell'autore, quasi motivazionale dell'opera. Segue una breve introduzione che spiega l'approccio avuto con il tema e quindi una ancor breve digressione sui soprannomi, la loro origine, la loro utilità nella società e le casistiche più ricorrenti, raggruppando la miriade di nomignoli in categorie macro-tematiche (aspetto fisico, abitudini, provenienza, ecc.). A condurre letteralmente per mano il lettore, ancorché esperto di letture dialettali, uno specchietto sui segni grafici utilizzati, assai agevoli e capaci di dare la giusta pronuncia dei termini in vernacolo finanche ad un altoatesino.
I soprannomi ci sono praticamente tutti e, se mancassero, il numero di quelli saltati per mancata conoscenza sarebbe davvero irrisorio. Marsilio si pone verso il lettore, come aveva fatto già nell'opera di attenta ricerca, con l'umiltà scanzonata di chi raccoglie un tema apparentemente frivolo e di scarso valore per proporne una lettura storica nel senso antropologico. E proporla non già dall'alto di un linguaggio cattedratico, o critico, ma mischiandosi nel sentire comune, fin quasi a strattonare ognuno, che nel leggere il proprio soprannome possa sentire quasi l'orgoglio, quanto più esso sia antico, di essere un "segnalato" insieme alla sua famiglia, in una società di migliaia di persone, ancor più in una società moderna di omologati dal web e, perciò, diversamente anonimi.
Marsilio ha saputo coinvolgere persone, spesso restìe a rivelare le storie dei propri antenati, famiglie e anche studiosi, tra cui Beniamino Gabriele, a cui San Nicandro deve parecchi approcci storici circa le sue origini e la sua cultura, Mario Ruscitto, ormai dedicatosi ad una feconda attività di pubblicazione di vari capitoli della cultura locale, e ancora le insegnanti Ilia Ciminelli e Maria Concetta De Filippis. L'imprimatur dell'opera e a marchio UniTre, con la sezione locale sannicandrese diretta da Grazia Devola che da subito ha voluto sponsorizzare e patrocinare la presentazione del volume. Che avverrà oggi, 21 aprile, alle ore 18:30 presso l'aula magna dell'edificio scolastico IV Novembre, in un incontro con l'autore rigorosamente aperto al pubblico, specie a quanti saranno curiosi di capire da dove arriva il soprannome con cui, sommessamente o meno, la gente lo indica per esser certa di non sbagliare.