Pubblicato il terzo libro di Lina Di Leo "Briciole di saggezza"

Affermato l'amore e lo studio per il recupero delle tradizioni

“Non c’è due senza tre” recita il proverbio che si usa per indicare che si arriva ad un certo risultato poiché c’è stato l’impegno e la costanza nel raggiungimento di un determinato progetto.

Mi riferisco a Lina di Leo, originaria di Foggia e residente a San Nicandro Garganico la quale, dopo il suo primo libro - pubblicato nel 2007 e presentato ai primi di Gennaio 2008, col titolo “Il Concentus Musicus”, un articolato ed interessante racconto basato su 10 anni di esperienze, fatti ed episodi di vita artistica ed associativa del coro polifonico omonimo, fondato e diretto dal M° Michele Gioiosa, a San Nicandro – nel 2011 ha edito “I moti dell’animo” una raccolta di 32 poesie, di cui 26 scritte in italiano e le rimanenti in vernacolo sannicandrese, con cui “ricompone stralci di esperienze vissute” ritrovando dentro di se “quella parte dell’animo umano che rimane fanciulla e riesce ancora a cogliere la poesia delle piccole cose ed esaltare i buoni sentimenti e le umane emozioni”; infine, a dicembre 2014, dà alle stampe “Briciole di saggezza, di Nonna Lina”, che è la più autentica e genuina affermazione del suo amore per lo studio ed il recupero delle tradizioni e della lingua vernacolare, attraverso la pubblicazione di detti, massime, aforismi “in un condensato di saggezza e di vita vissuta da tramandare alle nuove generazioni, soprattutto ai suoi adorati nipotini”.

Inoltre, questo nuovo volumetto è dedicato al caro marito “Nazario, mio compagno di cammino, con cui ho condiviso esperienze di vita dalle quali scaturisce parte della saggezza sintetizzata in questo mio modesto lavoro”.

Lina dichiara di aver messo insieme, sin da piccola, tutto il materiale raccolto in questo libro, “come in un grande archivio, rielaborato, in gran parte sperimentato ed accuratamente selezionato da consultare in ogni momento della vita, con la speranza che esso sia una guida illuminante e chiarificatrice per tutte le domande ed i perché che inevitabilmente si affacciano durante il cammino dell’esistenza”.

Apre il libro una profonda, articolata e significativa riflessione in versi sul tempo, una macchina micidiale, beffardo, filosofo, inesorabile, galantuomo che conduce “ma dove?”.

E’ piuttosto agevole e veloce la lettura delle tre parti, con la prima sezione costituita da più di cento massime collaudate (“Il vero parente è quello che non ti chiede mai niente”, “Non conta lavorare tanto, ma lavorare bene”), la seconda con Detti e massime di personaggi famosi e non (“Di questi tempi essere normali significa essere diversi” - Gigi D’Alessio-“…ed è un lusso aggiungo io”! - nonna Lina; “Senza invidia né inganni, amicizia di cent’anni – proverbio sanmarchese; “La lettura è il cibo della mente” - nonna Lina), la terza, infine, con proverbi e massime dialettali “Chi maneggia f’steggia”, “Ié vecchj chi mor’ apprima”.

L’autrice conclude il suo lavoro consapevole che non è esaustivo, “essendo la società in un continuo vorticoso divenire e quindi anche il vissuto umano può dare ancora infiniti insegnamenti”.

Dopo aver iniziato a leggerlo a letto, poiché mi teneva piuttosto desto e incuriosito, ho proseguito a tavolino, nel giro di qualche serata. Complimenti all’autrice, cui rivolgo l’augurio più cordiale e amichevole che continui a vivere la sua terza età con grinta, come donna, moglie, madre e nonna serena e gratificata, col piacere di riscoprire la vita giorno per giorno, cercando di fermare come può il tempo, da attenta osservatrice delle realtà sociali locali, di cui continua a parlare, legata da sempre alle sue origini semplici e genuine, in cui il “fanciullino” pascoliano continua a vivere piacevolmente, fino a che lei avrà quella forza che la distingue.

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