Pubblicato il libro di Rocco Frascaria

"Il diritto di voto e di eleggibilità nell'ambito della Cittadinanza Europea"

E' stato pubblicato il libro "Il diritto di voto e di eleggibilità nell'ambito della Cittadinanza Europea" a cura di Rocco Frascaria. Già dal titolo del libro è ben chiaro qual è il contenuto dello scritto.

Rocco Frascaria è attualmente dipendente di ruolo presso il Comune di San Nicandro Garganico e responsabile del Servizio Elettorale Comunale, R.S.U. presso lo stesso ente e componente della direzione provinciale della Funzione Pubblica CGIL di Foggia.

E' stato in passato Consigliere Comunale, vice presidente della Comunità Montana del Gargano, Consigliere Provinciale e componente del Consiglio Regionale delle Autonomie Locali della Puglia.

Già dirigente regionale dell'ANCI, dell'UPI e Presidente della delegazione regionale UNCEM Puglia (Unione delle Comunità e degli Enti MOntani.

Inoltre è autore di articoli e interventi sulla governance degli Enti Locali, lo Sviluppo Locale, il personale degli EE. LL. e l'e-government.

La prefazione è stata curata dall'On. Michele Bordo, Presidente della Commissione Politiche dell'Unione Eurepea della Camera dei Deputati.

Pubblichiamo di seguito la prefazione del libro in versione integrale.

«Il volume di Rocco Frascaria ha il merito di indagare su uno dei nodi fondamentali del processo di costruzione dell'Europa: la legittimità democratica delle decisioni dell'Unione e il legame tra la cittadinanza europea e i diritti di voto e di eleggibilità.

La cittadinanza europea, spesso sottovalutata nel dibattito istituzionale come in quello accademico, concorre in misura fondamentale a qualificare in senso democratico l’assetto costituzionale dell’Unione europea.

Non è un caso che la cittadinanza sia stata istituita quando, con il Trattato di Maastricht nel 1992, si decise il passaggio da una integrazione meramente economica – di cui erano espressione le tre comunità europee originarie - ad un’Unione che includesse anche uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia.

E non è meno significativo che il Titolo II del Trattato sull’UE, dedicato ai principi democratici – una delle maggiori novità introdotte dal Trattato di Lisbona – si apra con l’articolo 9, dedicato alla cittadinanza, che assurge dunque ad architrave dell’intera struttura democratica europea.

La connessione tra la cittadinanza e il diritto di voto è esaltata dal successivo articolo 10 del medesimo Trattato che, nel ribadire che l’Europa si fonda sulla democrazia rappresentativa, afferma che il cittadino europeo è rappresentato, a livello dell’Unione, direttamente dal Parlamento europeo e indirettamente dai parlamenti nazionali. Il voto (e l’elettorato passivo) alle elezioni europee e nazionali è dunque l’atto che legittima e qualifica in senso democratico le decisioni dell’Unione.

Accanto alla democrazia rappresentativa viene esaltata, dallo stesso articolo 10 e dal successivo articolo 11, quella partecipativa, introducendo, tra le altre cose, l’istituto della iniziativa “legislativa dei cittadini”.

In questo contesto, il riconoscimento, ai sensi dell’art. 22 del Trattato sul funzionamento dell’UE, del diritto di voto e di eleggibilità alle elezioni comunali ed europee al cittadino di un Paese membro, che risiede in uno Stato di cui non è cittadino, costituisce un elemento di grande valore simbolico oltre che pratico: si afferma che il territorio dell’UE costituisce realmente uno spazio senza frontiere interne anche per l’esercizio di un diritto politico fondamentale.

Non si può tuttavia ignorare che l’effettività della cittadinanza europea e dei diritti attraverso cui essa si esplica presuppone un importante salto di qualità nel funzionamento dell'assetto costituzionale e della democrazia in Europa.

Occorre, in particolare, che il voto e l’eleggibilità alle elezioni europee concorrano realmente a definire l’indirizzo politico generale e le scelte legislative dell’Unione; che i cittadini abbiano la certezza di contribuire, eleggendo i parlamentari europei, alle decisioni dell'Europa.

Ciò postula un ripensamento dell’assetto istituzionale dell'Unione, incentrato sul rafforzamento del ruolo del Parlamento europeo non soltanto sul piano dei poteri legislativi – dove molto è stato già fatto - ma anche e soprattutto nella prospettiva della creazione di un reale vincolo fiduciario tra il parlamento stesso e la Commissione europea.

Se come prossimo Presidente della Commissione europea sarà nominato, come proposto dal Parlamento e dalla stessa Commissione, il candidato del partito o famiglia politica che vincerà le elezioni si farà un grande passo avanti in questa direzione. Così come sarebbe significativa la scelta di un certo numero di commissari tra gli europarlamentari.

Ma solo un’evoluzione in senso politico e federale del processo di integrazione potrà far coincidere la cittadinanza europea con un senso di identità comune e trasformare il voto dei cittadini europei nella reale base della legittimità democratica dell’Unione».

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