Un bel pieno di speranza. Il pubblico del Teatro Italia ha colto di sorpresa il minicast della compagnia foggiana che ha presentato domenica sera scorsa l’atto unico Vacanze rumene.
Al termine, dal palcoscenico, il regista ha dichiarato che tanta presenza gli ha ricordato il pieno di parecchi anni addietro, quando lui venne a San Nicandro con altra compagnia. Non solo speranza per un pubblico che ha risposto abbastanza bene alla sollecitazione del buon Gino Carnevale, ma anche perché i tre protagonisti e la regia hanno giocato sul palcoscenico come si fa al circo, senza rete: niente microfoni.
E, prima dello spettacolo, musica di sottofondo a livello gradevole, in attesa dell’apertura del sipario. Ciò significa rispettare il pubblico che affluisce in sala e, piano piano, fra una chiacchiera e l’altra, si accomoda e, sempre tra un saluto e qualche impressione, spegne civilmente il proprio telefonino.
Il pubblico non era soltanto sannicandrese. Molti sono stati gli spettatori provenienti dai paesi vicini. E lo spettacolo, scenograficamente spartano ma sufficiente, ha ripagato abbastanza le aspettative.
Certo non si possono paragonare i pienoni di quando si registravano molte centinaia di abbonamenti. Erano altri tempi e altre spese pubbliche. Le ristrettezze economiche correnti hanno imposto una drastica revisione perfino delle spese private in cultura. Quindi la risposta del pubblico amante del buon teatro potrebbe soltanto migliorare, quantunque senza un piano di abbonamenti.
Potremmo scoprire il talento e la bravura di compagnie minori ed anche di qualche formazione teatrale locale. Basta prepararsi e organizzarsi bene. A San Nicandro e dintorni vi è gente che sa apprezzare il buon teatro. Ma deve essere presentato per bene.
Troppo tempo è passato in titubanze e lassismi. Non tutti i tentativi della dirigenza teatrale hanno centrato l’obbiettivo. Ma superando gli errori è possibile riprendere il cammino. Arrivederci alla prossima.