Per i lettori di libri, i collezionisti di reperti letterari di sicuro interesse, e per coloro che voglio conoscere alcuni aspetti della vita sannicandrese a cavallo degli Anni Quaranta, è uscito il quarto volume di Ricordanze, di Emanuele Petrucci, in distribuzione presso le edicole.
La preziosità del volume è ravvisabile dal contenuto di aneddoti e piccole storie riferiti a quel periodo, ma anche alla forma editoriale: formato A4, rilegatura fatta a mano, carta spessa e patinata, fotografie dell'autore, sovente inedite e caratteri tipografici abbastanza grandi, ma soprattutto dal numero ristrettissimo di copie.
Attraverso le 150 pagine di questo quarto zibaldone di ricordi Petrucci parla d Tât J'sèpp e d Zì Dumìn'ch, d mûr, d'u Làr'jh d la Cchjésa Matra, d'u Castèll, da na mascjunèdda, d La Ngann'lóra, d M'lìna e delle "miss" sannicandresi del tempo e infine, in previsione di un probabile allestimento teatrale, la commedia in vernacolo "La zita e la jumènda".
Una gradevole pubblicazione di Giuseppe De Cato è comparsa di recente nelle edicole per i tipi della Malatesta Editrice di Apricena: "Angoli di microstoria sannicandrese e garganica". Io li definirei piuttosto angolature intorno allei microstorie locali, messe a punto per la pubblicazione a seguito di lezioni tematiche tenute dall'autore presso l'UNITRE.
Così, nella cinquantina di pagine si tratta del Casale di Devia, di un primo documento in cui si parla di San Nicandro, di uno spaventoso terremoto che ha interessanto San Nicandro, simile per vastità di territorio a quello che afflisse soprattutto l'Irpinia nel 1980; di alcune personalità sannicandresi di rilievo nei Secc IX e XX, dell'Ospedale civile locale, dei nomi particolari che venivano usati per le mucche, e delle ormai dimenticate fosse granarie locali.
La letteratura locale si impingua pure di una ennesima pubblicazione di Natina Mascolo-Vaira. "Cronistoria OFS" ovvero Giullari di Dio in San Nicandro Garganico. Definire il volume di contenuto microstorico è improprio poiché, sull'argomento la Vaira stende la sua attenzione appassionata fin nei minimi particolari delle descrizioni e delle considerazioni. E, per presentarci i terziari francescani, i frati, e gli avvenimenti connessi alla loro presenza in San Nicandro, parte da un documento del 1921 per giungere fino ai giorni nostri. Alle 150 pagine del volume di medio formato segue una cospicua appendice dei "terziari" sannicandresi registrati.
Di queste pubblicazioni si parlerà nei prossimi Venerdì Letterari presso Il Tempio di Arcadia.
Giuseppe Basile