Dopo tre anni, il maggiore Antonio Onorato, destinato in un importante incarico di staff al comando regionale Veneto, lascia il comando del 1° nucleo operativo metropolitano della guardia di finanza di Venezia e, al suo posto, subentra il capitano Giuseppe Santucci.
Onorato, in questo triennio, ha conseguito grandi risultati di servizio sia nel contrasto alle frodi fiscali che nell’azione a tutela della spesa pubblica, garantendo il controllo economico del territorio in un contesto delicato come quello del centro storico lagunare. «Particolare menzione - spiegano dal comando - meritano le attività di servizio a contrasto della penetrazione nell’economia legale di società riconducibili a soggetti di etnia sinica, dediti alla commissione di rilevanti frodi fiscali, attraverso l’emissione di fatture per operazioni inesistenti, per centinaia di milioni di euro». Altrettanto incisive sono state le attività a tutela della spesa pubblica nazionale e comunitaria (come gli interventi nel centro storico lagunare che hanno consentito di recuperare ingenti contributi a fondo perduto erogati a seguito degli eccezionali eventi atmosferici causati dalla cosiddetta acqua granda del 2019), le costanti iniziative a contrasto delle diverse forme di illeciti economico - finanziari, dall’abusivismo commerciale al lavoro nero, dalle locazioni turistiche irregolari ai prodotti di falso made in Italy. Ora è il turno del capitano Santucci, di origini foggiane (sannicandresi n.d.r.), laureato in scienze dell’amministrazione e dell’organizzazione e in scienze della sicurezza economico - finanziaria. Proviene dalla compagnia di San Donà di Piave, dove ha ricoperto negli ultimi cinque anni l’incarico di comandante.
Il capitano Giuseppe Santucci era al comando della guardia di finanza della compagnia di San Donà di Piave dove ha passato il testimone al tenente Gabriele Rolando.
Nel corso della sua permanenza a San Donà ha conseguito grandi risultati nei principali settori di servizio del corpo: dal contrasto alle frodi fiscali all’azione a tutela della spesa pubblica, alla lotta alla criminalità organizzata, con particolare attenzione ai profili economico patrimoniali che hanno consentito il sequestro di disponibilità finanziarie, beni mobili e immobili per milioni di euro. Una particolare menzione meritano le indagini svolte per una frode fiscale ai fini Iva, perpetrata nel settore del commercio all’ingrosso di prodotti petroliferi, che ha consentito di portare alla luce oltre 100 milioni di fatture per operazioni inesistenti e una società di formale diritto albanese esterovestita.
fonte VeneziaToday