Nonostante il periodo delicato che riguarda l’Italia e il mondo intero, Nazario Nesta – in quella che dall’inizio è una sorta di quarantena dai propri contatti – porta avanti senza sosta il suo cammino.
In un periodo in cui “restare a casa” è la parola d’ordine, per chi come lui una casa ce l’ha a migliaia di chilometri di distanza, risulta alquanto difficile. In verità, da dieci mesi a questa parte, l’Italia intera è casa sua: il suo zaino, la sua tenda, il suo cucinino portatile, sono diventati nient’altro che gli arredi che lo seguono costantemente lungo la sua avventura.
Quasi 7900 sono i chilometri percorsi fino ad oggi, a fronte degli 8000 totali previsti alla partenza che, considerata la sua posizione attuale, si riveleranno essere molti di più.
Tra le tante avversità, mai ci si sarebbe aspettati di fronteggiare una situazione simile eppure, lontano dalla civiltà, percorrendo strade e sentieri isolati, anche Nazario si ritrova a rispettare – a modo suo – le attuali disposizioni per evitare il contagio. Anzi, molto probabilmente, ci riesce anche meglio di chi vive ordinariamente nella propria abitazione.
Con lo stesso spirito di sempre, scrive alla nostra redazione:
“Tanti giorni di fila ormai passati in tenda, di cui tre restando fermo nello stesso posto, il quale per ora considero come mia base fino ad un futuro decreto. Ricevo tanti messaggi di sostegno dalle persone che mi vogliono bene e altrettanti che mi invitano a tornare a casa, dicendo: «Quando tutto sarà passato, riprendi il tuo viaggio.» Non so se in molti mi capiranno, se sapranno interpretare i miei sentimenti e i miei pesi, ma ora come ora io non posso tornare indietro.
Questo non è il viaggio della mia vita. Questo cammino non farà di me un uomo. né mi aiuterà a capire chi sono, perché questo lo so già. Questa grande sfida, che tante volte può sembrare banale, o semplice, per me è unica ed irripetibile, e mira a migliorare me stesso sotto ogni punto di vista. Nella mia vita non ho mai portato a termine un qualcosa come si deve: il lavoro, i rapporti, i progetti… iniziati, ma mai completati, perché davanti a me i muri da scavalcare erano troppo alti. Per paura o dalle delusioni ricevute, non andavo mai avanti, buttando ai quattro venti tutto ciò che costruivo.
Ho compreso che in tutto quello che ho fatto non sono mai riuscito a dare più del 50% di me stesso, ma ora, in questo mio cammino, io non voglio arrendermi e non voglio per l'ennesima volta tornare indietro. Ho combattuto prima di tutto contro me stesso, ogni giorno, spronandomi ad andare avanti! Tra l'ansia di non conoscere un percorso, di dove dormire, di cosa mangiare, fino allo stress fisico per le lunghe camminate e quello psicologico. Ho combattuto e, per la prima volta, sono riuscito a dare il 100%. Per la prima volta sono così determinato – nonostante questo muro invisibile – ad andare avanti fino alla fine, per dimostrare a me stesso che la frase «Sarà per la prossima volta», nella mia vita, non deve esistere.
Ho iniziato questo progetto senza farmi domande, senza organizzazione. Ho iniziato perché per la prima volta ho avuto tutta la sicurezza in me stesso di cui avevo bisogno, col supporto della protezione e della guida del Signore. Da 10 mesi a questa parte, guardandomi alle spalle, vedo un ragazzo che pian piano è cresciuto, portandosi con se sempre più coraggio, sempre più positività, sempre più sicurezza nel raggiungere la sua meta. Ho affrontato montagne, scogli, lunghe spiagge infuocate, maltempo, strapiombi, neve…ho dormito in posti deserti, con animali selvaggi e buio pesto intorno a me. Sono rimasto tante volte senza acqua, senza cibo…
Ma in tutto questo mi avete visto sempre sorridere e vi assicuro che continuerò a farlo, fino a quando mi sarà concesso. Questa volta voglio che sia diverso. Per me, per chi mi vuole bene, per la mia famiglia, i miei amici! Il mio futuro e i miei progetti voglio poterli portare a termine in questo viaggio. Cercherò di farlo, perché è qualcosa che amo!”