Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa a firma del sindaco Costantino Ciavarella sulla commemorazione del 4 novembre
Autorità Civili, Militari, Religiose, Rappresenti delle Associazioni, Concittadini tutti, oggi 4 novembre, siamo qui in questa piazza IV° Novembre con attiguo parco della rimembranza perché luogo dedicato alla memoria dei caduti di tutte le guerre.
Oggi IV novembre ricorre il centenario della fine della Grande Guerra terminata del IV° Novembre 1918 con la firma dell'armistizio siglato a Villa Giusti con l'Impero austro-ungarico.
Manifestare per onorare il sacrificio di quegli italiani che, battendosi per la pace, hanno perso la vita per la nostra Patria, non solo è un dovere civile e morale, ma ci deve far riflettere su come noi ci adoperiamo affinchè si continui a lavorare per il bene della nostra patria e dei nostri territori.
Le guerre quelle vere e quelle politiche sono legate ad una memoria contraddittoria. Da una parte c’è l’esultanza per una vittoria dall’altra c’è sempre il dolore dei danni che provoca.
Esempio tangibile per la grande guerra è stata la perdita sul campo di ben 600 mila soldati con ricaduta negativasulla nazione, sui territori e soprattutto sulle famiglie di appartenenza.
Nonostante tutto, il sacrificio di tante vite umane che ha portato all’Unita’ Nazionale, non può essere dimenticato.
Le guerre di qualsiasi genere, dovrebbero essere evitate, tanto che c’è un principio nella costituzione italiana che recita: : " L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali".
Partendo da questo principio oggi l’Italia si impegna a lavorare con gli altri popoli, con le missioni all’estero, per assicurare la democrazia, la tutela dei diritti umani e la pace fra le nazioni.
Non è però solo dovere delle Istituzioni e dello Stato lavorare per la pace. Questo è un dovere di ognuno di noi. Ogni individuo non deve vivere nell’indifferenza verso il prossimo.
Dobbiamo insieme combattere le guerre dei nostri tempi.
Per fare questo non dobbiamo mai abbandonarci alla rassegnazione e all’indifferenza. Dobbiamo operare nella solidarietà, al di là degli interessi individualistici, dell’apatia e dell’indifferenza.
Dobbiamo credere nella capacità dell’umanità di agire insieme per la solidarietà, avendo a cuore i membri più fragili e la salvaguardia del bene comune.
Questo atteggiamento di corresponsabilità solidale è alla radice
della vocazione fondamentale alla pace.
Concludo, ringraziandovi per la partecipazione. Invito tutti a riflettere sulla memoria storica, ricca di valori e principi, per chiederci cosa possiamo fare in più per migliorare le condizioni sociali del nostro territorio.