Lo storico "Bar Trieste" ha spento le luci dopo 84 anni di "onorata carriera". L’ultimo dei proprietari in ordine di tempo, Giovanni Giagnorio, ha raggiunto l’età pensionabile. Il locale, almeno per il momento, non avrà un nuovo gestore: alla strada principale del centro cittadino, corso Umberto I, verrà a mancare un ulteriore tassello (dopo la chiusura definitiva della cartolibreria Sticozzi, un anno fa) che ha fatto storia a San Nicandro Garganico.
Era il 1934 quando il "Caffè Trieste" vide la luce. I fratelli Grana (soprannominati Z'r'zéngula) ne furono i primi proprietari, che diedero inizio a diversi cambi di gestione fino ad approdare ai giorni nostri con Giovanni Giagnorio.
Il bar fu punto di riferimento dell’intera comunitá cittadina: un passaggio obbligato, dove si era soliti sostare sul marciapiedi in pietra a ridosso del locale per sorseggiare un bicchiere di vino, una birra o un buon caffè sempre di marca pregiata e dove furono sdoganati i primi ghiaccioli artigianali e le granite, vendute ad un baracchino posto all'esterno. Uomini, ma anche bambini lo frequentavano e lo rendevano la loro seconda casa. Persone del popolo ma anche notabili e facoltosi non disdegnavano passarvi almeno una volta al giorno, specie la domenica e nei giorni di festa.
Col tempo e nel tempo è diventato la sede ludica dell’Ordo Volantis Avis, dei giovani goliardi, che ne hanno perpetuato, in qualche modo, l'aura di "tempio" cittadino dello svago. “Da oltre un ventennio - riferisce Giovanni - mi sono sentito parte di quella goliardia spensierata che ha affollato il mio bar nei giorni della rivista e per la vendita de 'La Frùff’cia'. Oggi divento un pensionato ed il bar chiude, ma il mio pensiero va a quei giovani studenti che non avranno più il loro punto di riferimento storico." All’interno del locale (a sinistra, appena entrando) vi è infatti una parte di muro ad esclusivo uso dell’OVA. Ogni anno era consentito scrivere uno slogan o una frase a perpetua memoria da parte del Cunculus in carica.
"Fu anche il bar della nostra squadra dei giovanissimi e allievi del mister Michele Perta alias Mac’rón, a ridosso degli anni 80", ricorda Giuseppe. "Il bar dei cappuccini e della Coca Cola, di Punto Radio 3. Il bar dove andavo a chiedere 10 lire a mio nonno, se riuscivo a trovarlo per colpa del fumo. Un altro pezzo di storia che va via".
E’ cosi. Una parte di San Nicandro che ha accompagnato i nostri giorni, anche solo passandoci davanti da quel lontano 1934, e che adesso farà parte della storia.