Sono stati rinviati a giudizio Nicandro Di Salvia, presidente dell’Asp Zaccagnino, Vincenzo Monte, ex sindaco di San Nicandro Garganico, e Nazario De Luca, ex presidente del consiglio comunale del Comune garganico.
La notizia arriva dal Palazzo di Giustizia di Foggia, dove a seguito di un’udienza del processo che vede coinvolti i tre soggetti, per fatti accaduti quattro anni fa, ovvero quando Monte sedeva sullo scranno più importante del Municipio sannicandrese, il Gup Francesca Maellaro ha deciso di rinviare a giudizio i tre esponenti della comunità politica sannicandrese.
Il processo ebbe inizio a giugno dello scorso anno.
Il tutto ebbe inizio grazie ad una segnalazione pervenuta in Procura a firma di Giuseppe De Luca, legale di San Nicandro Garganico, ex consigliere del CdA dell’Asp Zaccagnino, che annunciava le sue dimissioni da consigliere e descriveva un fatto insolito: per protocollare la sua rinuncia a ricoprire il ruolo nel CdA, ha dovuto chiedere l’intervento dei Carabinieri, in quanto gli uffici dell’Azienda di Servizi alla Persona erano chiusi.
Alla denuncia di De Luca si è aggiunta anche una denuncia di tale “Anonymus”, assai dettagliata, e il legale sannicandrese verrà sentito come teste nelle prossime udienze.
Qual è il reato contestato ai tre? L’abuso consiste nell’aggirare la procedura di nomina dei membri del Consiglio di Amministrazione dell’Asp. Infatti, nel caso in questione, il presidente Di Salvia - benché con le dimissioni di Giuseppe De Luca sarebbe decaduto l’intero CdA ridottosi a 2 membri su 5 - anzichè comunicare le dimissioni del legale alla Regione Puglia (competente per materia) per decretare lo scioglimento del CdA, le ha comunicate al Comune di San Nicandro Garganico chiedendo la surroga del consigliere dimissionario. Qui, il sindaco Monte ha richiesto la convocazione “straordinaria urgente” al presidente del consiglio comunale, Nazario De Luca, che ha assecondato la richiesta del sindaco.
Non solo. Anche la mancata comunicazione del cambio in CdA era contestato a Di Salvia, che si discolpò portando copia della missiva dinnanzi al pm.
“Tutti e tre, in concorso tra loro, abusando della loro carica, per permettere a Di Salvia di rimanere presidente dell’Asp ed evitare la decadenza del CdA, avrebbero violato le norme di legge previste a riguardo (infatti: art. 110 cp: concorso di persone nel reato; art. 323 cp: abuso d'ufficio)”. Queste le ragioni che hanno spinto il pm Sabusco a chiedere il rinvio a giudizio per i tre e la Gup ad accettare la richiesta.
All’esito della votazione del consiglio comunale (dove De Luca ottenne 3 voti e tale Arcangela Tardio solo 1), il sindaco Monte nominò quale rappresentante della minoranza del consiglio comunale (all’epoca di centro-destra) nel CdA dell’Asp Zaccagnino, proprio Arcangela Tardio, già segretario del Pds e persona di fiducia proprio di Di Salvia, alterando così la rappresentanza comunale.
Insomma, secondo l’accusa e, a questo punto, anche secondo il Gup Maellaro, i tre avrebbero fatto di tutto per evitare la decadenza del CdA dell’Asp Zaccagnino contravvenendo alla legge (non solo a quella regionale che regola la gestione delle Aziende Pubbliche).
Il momento è topico per la ex Fondazione, che da mesi aspetta di conoscere il volto del prossimo presidente. Il nome nuovo per l’Asp verrà deciso dal governatore Michele Emiliano, che ora dovrà anche attenersi alla legge regionale 15/2004 (articolo 20) che sancisce che un presidente di un Asp, anche con un solo rinvio a giudizio a carico, dovrà lasciare l’incarico.
Nei prossimi giorni, dunque, la Zaccagnino potrebbe avere un nuovo numero uno.
Fonte: http://gfciccomascolo.blogspot.it/ - Giuseppe Fabio Ciccomascolo