San Nicandro e i suoi beni culturali

La maggior parte dei siti è in completo stato d'abbandono e degrado

Di tesori nascosti e in pericolo San Nicandro Garganico ne è piena. Chiese, vecchie necropoli coperte dal cemento, beni di inestimabile valore storico e culturale che non sono mai stati valorizzati o curati a dovere, sono vittime dell’incuria e del degrado in cui versano e, invece, potrebbero risultare importanti in un’ottica di sviluppo anche turistico della cittadina garganica.

Come raccontato qualche settimana fa, una necropoli, in località Porto di Vico, è stata letteralmente coperta da un imprenditore agricolo che detiene la proprietà del fondo, stanco delle continue invasioni dei tombaroli garganici. Ma c’è molto altro, a San Nicandro, che parla di storia, cultura, società locale che sta vivendo un periodo buio e di degrado.

Devia e Chiesa di Santa Maria

Si tratta di un’antica città di fondazione bizantina, nella quale le indagini della Soprintendenza degli anni 2000 hanno portato alla luce testimonianze dal periodo danno-greco fino al basso Medioevo. La Chiesa è una delle più autentiche testimonianze del romanico pugliese e vi si conserva quasi intatto un ciclo di affreschi databile tra i secoli XII-XV, restaurata dalla Soprintendenza con un importante lavoro tra gli epigoni del moderno restauro. Tutto il sito fu oggetto di finanziamenti Por con la realizzazione di strutture per la fruibilità e, da ultimo, l’esproprio di una parte dei terreni circostanti e delle strutture rurali insistenti, con la realizzazione di un centro visite del Parco del Gargano con tanto di mobilio e materiale informatico. Il centro visite, consegnato nel 2011, non è mai stato attivato: le strutture sono ora ricovero delle attrezzature dell'ex custode, che pur non avendo il contratto rinnovato, mantiene letteralmente il possesso di tutta l’area. Il sito intero non è più visitabile perché sempre chiuso. La chiesa, fino allo scorso anno era aperta e su richiesta dai volontari di Legambiente, ai quali la parrocchia del Carmine ha ritirato le chiavi con l’alibi di dover fare dei lavori dopo un fulmine. La chiesa è aperta le domeniche di luglio e agosto. Tutto il sito versa in stato di abbandono, e in alcune strutture annesse vi sono anche reperti scoperti e catalogati dalla Soprintendenza e poi abbandonati lì.

Grotta dell’Angelo

Si trova a un chilometro da Devia, andando verso il mare, e pare fosse anticamente dedicata a San Michele. La grotta presenta testimonianze importantissime dal paleolitico al Medioevo, e fu oggetto di scavi a partire dagli anni ‘30. Successivamente, vi indagò anche Marina Mazzei. Dopo la realizzazione di un sentiero turistico, da quattro anni è letteralmente abbandonata. L’Associazione Speleologica Pugliese vi aveva messo un cancello (poi distrutto da ignoti) all’interno, dopo la prima camera, per evitare disturbo ai coleotteri da parte dei visitatori.

Sant’Annea

È un’importante ed estesa villa romana, mai indagata e scavata dalle autorità, risalente probabilmente al I sec. a.C., a nord della quale vi sono grotte con testimonianze paleocristiane attualmente adibite a ricovero di animali. Il terreno privato su cui è sita Sant’Annea è sottoposto a vincoli della Soprintendenza, ma nonostante ciò si coltiva come nulla fosse. In più, una società immobiliare ha recentemente dichiarato che si tratta di un’area edificabile.

Chiesa di S. Maria al Monte

Questa antica grancia monastica si trova sulla SS89 verso Cagnano. Oggi è inglobata in una masseria abbandonata i cui ex titolari lavoravano le pelli nella chiesa. Ancora intatte solo le mura e la casa eremitica. È di proprietà di privati ma in completo stato di abbandono. Si è salvata solo la statua secentesca della Madonna della Neve dalla proprietaria famiglia Coppola, che l’ha donata all'Arciconfraternita del Rosario che l’ha egregiamente restaurata ed esposta nella chiesa di San Giovanni Battista.

Chiesa di San Giuseppe e parco annesso

Situata a pochi km dal centro urbano, sulla SP48 verso San Marco in Lamis. Una controversia giudiziaria tra il custode (Michele Ciavarrella) e la Chiesa Madre, che al tempo di Marinacci sindaco se ne rimpossessò quasi con la forza, si è conclusa con la sentenza a favore del custode, assegnandogli completa facoltà purché garantisse il culto cattolico. La sentenza non fu mai impugnata né dalla chiesa locale né tanto meno dalla Diocesi, e il custode ha di fatto escluso il culto cattolico dalla cappella, che invece pare appartenesse anticamente a Domenico Cattaneo, viceré di Napoli e principe di San Nicandro, adibendola a mostre di dubbio gusto e impronta. Il parco adiacente è stato destinatario di un progetto Por, attrezzato con percorsi e punti ristoro. Da qualche mese i vandali e i ladri stanno saccheggiando tutto ed è in completo stato di abbandono. La vicina casa del custode doveva essere addirittura adibita a canile comunale secondo una delibera di giunta attuale, ma ad oggi, non se n’è fatto ancora nulla.

Castello normanno-aragonese

Attualmente sembra sia di proprietà delle famiglie Tozzi-Centulio. Da quel che trapela dalla cittadina garganica, i proprietari se ne vorrebbero disfare ma non riescono ancora a trovare acquirenti (nonostante abbiano abbassato il prezzo a 500 mila Euro). Recentemente, nel Castello c’era lo studio dell’avvocato Tozzi, o almeno fino a qualche mese fa: da quando il legale si è trasferito in un nuovo locale, il sito è completamente abbandonato a sé. Alcune parti mostrano cedimenti e in particolare la torre nord, che da sulla loggetta, è staticamente pericolosa e rischia di mettere in pericolo anche chi transita nei pressi del sito storico.

Santa Maria in Selva della Rocca

Il sito archeologico e storico è ubicato a metà strada tra i comuni di San Nicandro Garganico e Apricena. Si tratta di un complesso monastico molto importante in quanto appartenuto ai Cavalieri Teutonici. La chiesa, nonostante il tempo e gli anni, presenta ancora testimonianze di affreschi del XIV secolo circa. Purtroppo, come gran parte degli altri siti di cui si è già letto, versa in un completo stato di rovina: restano solo le mura in mezzo alla folta vegetazione. Un progetto di recupero è stato curato da Feliciano Stoico, noto archeologo e studioso originario di Apricena, che ha portato avanti l’iniziativa per conto della società proprietaria, l’Asp Zaccagnino di San Nicandro Garganico. Il bene, inoltre, finì al centro di aspre polemiche non solo a San Nicandro, ma anche nella stessa Apricena. Ad ogni modo, quel che resta, oggi, di Santa Maria in Selva della Rocca è ancora in piedi grazie all’operato di Stoico.

Le masserie fortificate

Infine, sempre sparse nelle campagne in agro di San Nicandro, ci sono le masserie fortificate. Occorre ricordare, prima degli altri, il Casino Di Moia, antico stabile distrutto in seguito all’acquisto da parte dell’associazione di Mamma Lucia (la santona che faceva affari grazie ai fedeli creduloni), che oggi non è altro che un mucchio di pietre e null’altro. Al suo interno, erano presenti dipinti dall’elevato valore storico e culturale, andati completamente distrutti. C’è, poi, la masseria Palmieri, in stato di crollo, con la copertura quasi del tutto inesistente. A causa dell’ostracismo degli eredi e alla solita burocrazia italiana, è stato difficile anche venderla, figuriamoci se la si voleva ristrutturare. Chiudiamo la carrellata con la masseria Chirò, sita in località Coppa Caruso, che presenta ancora testimonianze di dipinti in stile neoclassico e imperiale al suo interno. Come sta? Abbandonata, ovviamente.

Discorso a parte merita, invece, la torre di Torre Mileto.

La torre è stata restaurata nel 2005. Al suo interno, fu poi allestito un centro visite del Parco Nazionale del Gargano, con attrezzature informatiche e multimediali all’avanguardia e grazie alla collaborazione tra Parco e del circolo locale di Legambiente, divenne la “porta di mare” dell'intera rete di centri visite, cioè uno dei due accessi principali del Gargano. Oggi è praticamente chiusa, nonostante l’affidamento ad un’associazione locale che però non riesce a far fronte alle spese (e pensare che il Parco aveva anche chiesto la percentuale sui biglietti d’ingresso...). Le recinzioni e le staccionate esterne sono state divelte in più punti da vandali di recente e a nulla sembra servire la video sorveglianza del Comune e quella del Parco (4 telecamere in tutto).

La torre è avanguardia settentrionale di un sito archeologico, che grazie ad indagini della Soprintendenza fatte nel 2009, è risultato essere molto importante. Si tratta infatti di una città fortificata dell’età del Bronzo, di notevoli dimensioni. Attualmente è tutto sotto terra, e il grosso si trova sotto il camping Cala del Principe, dove i proprietari continuano a fare scavi per manutenzioni senza curarsi dei danni che arrecano alle antichissime strutture nel sottosuolo. Del finanzimento del 2009, il ribasso d’asta avanzato sarebbe servito per mettere in evidenza il muraglione di difesa emerso dagli scavi e valorizzare l’area con cartellonistica: sembra che l’avanzo si sia perso nei meandri del Municipio di San Nicandro.

Se non ci proviamo, non lo sapremo mai. La risposta sibillina e lapidaria di Gianclaudio Petrucci la dice lunga su quali siano le possibilità reali per i beni storici di San Nicandro Garganico di essere valorizzati e recuperati. Storico dell’arte, Petrucci ha dedicato un libro alla chiesa di Santa Maria di Devia, e ha spiegato alla nostra testata perché secondo lui è importante recuperare tutti i tesori della sua città: “Certo che si possono valorizzare, è necesario farlo. Ma non ci sono soldi, il pubblico oggi non ha le risorse economiche necessarie per ridare vita a questi luoghi. Oltre a quelli che avete trattato voi, ce ne sono molti altri che, purtroppo, non verranno mai valorizzati a dovere”.

Il problema, oltre che economico, è anche gestionale e politico.Il Comune deve capire che per restaurare e tenere in cura quei beni occorre farli gestire alle associazioni, e i privati, che sono proprietari di gran parte di questi tesori, devono invece comprendere che solo grazie al Comune possono sfruttare finanziamenti pubblici che servono per i restauri. Fin quando non si riesce a collaborare tra pubblico e privato, non se ne esce da questa situazione”.

Petrucci è anche il numero uno della locale sezione di Legambiente, ma non sa se può gestire uno di quei siti. “Non lo sappiamo, ma se non ci mettono alla prova, probabilmente non lo sapremo mai. A Devia, ad esempio, è tutto pronto: il centro visite è stato finito qualche anno fa e da allora non è ancora entrato in funzione. Darlo in gestione a qualche associazione sarebbe stata la scelta migliore, ma questo ancora non lo si capisce qua”.

Qualche sforzo in tal senso era stato fatto dall’ex sindaco Costantino Squeo, “solo che poi finì il suo mandato e non se ne fece più nulla”.

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