Qual è il potenziale bacino di mercato dell’aeroporto di Foggia? Quali sono le strategie attuate da aeroporti con caratteristiche similari per lo sviluppo dei traffici e gli impatti sul settore del turismo derivanti dallo sviluppo di connessioni aeree? Quale potenziale posizionamento di mercato può essere realisticamente sviluppato dall’aeroporto di Foggia nel medio periodo grazie allo sviluppo infrastrutturale previsto? Sono gli interrogativi ai quali risponde lo studio su “Il ruolo potenziale dell’Aeroporto di Foggia”, a cura del Gruppo Clas di Milano, commissionato all’Università Bocconi di Milano dall’Ente camerale, in collaborazione con l’Ente Parco Nazionale del Gargano e i Gal della provincia, e presentato ieri a Foggia, in occasione della 12esima edizione della Giornata dell’Economia.
Il rapporto. È stato redatto da un équipe di ricerca coordinata dal curatore della ricerca Oliviero Baccelli e composta da Giuseppe Siciliano e Tatiana Cini, con la supervisione scientifica di Lanfranco Senn direttore del CERTeT (Centro di Ricerca in Economia Regionale, Trasporti e Turismo). L’obiettivo della ricerca è duplice: verificare il potenziale ruolo economico degli aeroporti minori, tenendo conto degli effetti diretti, indiretti e indotti derivanti dai traffici aerei in un contesto economico sempre più dipendente dall’internazionalizzazione dei mercati, e fornire un’analisi del potenziale posizionamento di mercato per l’aeroporto “Gino Lisa”, tenendo conto del grado di concorrenza degli scali nel raggio di 190 km dal capoluogo dauno. La ricerca comparativa propone anche studi e analisi relativi ad altri aeroporti regionali con caratteristiche similari (ad esempio, Comiso, Crotone, Cuneo, Pescara, Perugia, Rimini e Salerno), con focus sul mercato dei voli passeggeri di linea o charter.
Il potenziale bacino di mercato. Il bacino di mercato è stato valutato sia rispetto alle potenzialità derivanti dalle esigenze di mobilità dei residenti (mobilità outgoing) sia soprattutto rispetto alla domanda incoming, legata in particolare all’attrattività del turismo blu.
Sulla base delle indicazioni che emergono dagli studi svolti per il Piano Nazionale degli Aeroporti per conto di ENAC sui trend storici fra il 2002 e il 2008 e i rapporti più recenti di Aeroporti di Puglia, si evidenzia come la domanda di servizi aerei generata dai soli residenti possa essere soddisfatta con l’introduzione di un volo giornaliero verso Milano Linate, scalo dove si possono trovare facilmente le coincidenze per tutte le principali capitali europee. Sulla base di esperienze similari, il volo dovrà essere operato in regime di oneri di servizio pubblico, con una necessaria contribuzione pubblica stimabile di circa 1,2 milioni di euro l’anno, con un aeromobile da 80 posti, sette giorni alla settimana per 52 settimane, con un numero di passeggeri annui stimabili sulla rotta Foggia‐Milano Linate che si aggira intorno ai 40mila.
Dal lato della domanda turistica, nel 2012 il territorio di Foggia ha registrato 873.852 arrivi e 4.432.454 presenze. Flussi essenzialmente domestici con percentuali di visitatori stranieri che sceglie la provincia di Foggia quale meta di viaggio non rilevanti (si attesta sul 15% dei flussi complessivi, in ragione di 127.022 arrivi e di 664.944 presenze nel 2012).
Collegamenti internazionali e nazionali. In un orizzonte temporale di medio periodo (2020) la ricerca analizza la domanda potenziale di arrivi turistici per via aerea, concentrandosi sui collegamenti rivolti in maniera preponderante ai turisti vacanzieri, che possono essere effettuati anche tramite servizi di linea da vettori low cost o da vettori “ibridi” come Air Berlin, Transavia, Trwelfly/MistralAir (il cui modello di business vede la compresenza di operazioni charter e di linea). Quanto alla fattibilità dei collegamenti aerei turistici internazionali si stimano circa 73 mila passeggeri incoming per anno su collegamenti aerei nel 2016, considerando l’attivazione solo delle rotte con potenzialità buona. Si considera un collegamento settimanale come frequenza minima per l’istituzione di un servizio aereo diretto.
L’analisi elenca anche la tipologia di velivoli che possono essere operati da/per l’aeroporto di Foggia, in previsione dell’allungamento della pista, considerando come riferimento due velivoli significativi di due classi di aeromobili: un jet regionale (Embraer E‐170) e un jet utilizzato anche da operatori low cost e leisure ma di dimensioni (e velocità) lievemente inferiori al B737‐800.
Per quanto riguarda i potenziali collegamenti turistici a servizio anche dei viaggiatori nazionali, bacini regionali più rilevanti in termini di arrivi turistici in Puglia, sono la Lombardia, il Piemonte e il Veneto con rispettivamente circa 266 mila, 113 mila e 91 mila arrivi turistici annui (2012). Utilizzando la percentuale di arrivi turistici alberghieri nazionali in provincia di Foggia sul totale degli arrivi turistici nazionali in Puglia e considerando anche gli arrivi turistici nazionali delle province di Campobasso, e per il Piemonte e il Veneto anche quelli di delle province di Chieti e Pescara, si possono stimare in, rispettivamente, 37.498, 46.481 e 60.534 gli arrivi turistici alberghieri nel bacino dell’aeroporto di Foggia da Piemonte, Veneto e Lombardia. Anche in questo caso si considera un collegamento settimanale come frequenza minima per l’istituzione di un servizio aereo diretto, calcolando un totale di quasi 70 mila passeggeri incoming nel 2016, e, ipotizzando un tasso di crescita del 4% annuo, circa 81mila totali nel 2020.
Stima del potenziale traffico incoming-outgoing e impatto economico. Considerando le componenti turistiche, dunque, la stima al 2016 raggiunge circa 164mila turisti includendo le rotte con potenzialità media. Nel 2020 (quando la promocommercializzazione turistica del territorio sarà ulteriormente cresciuta) la stima ottiene un totale di 175mila turisti per le rotte di potenzialità buona e 189mila turisti includendo anche quelle di potenzialità media. La stima dell’impatto economico del turismo proveniente per via aerea (lo scenario di stima assunto è quello di attivazione dei collegamenti turistici di buona e media potenzialità al 2020), ammonta a circa 51milioni di euro per anno, nel bacino complessivo dello scalo foggiano (che comprende, anche la provincia di Campobasso e in parte quelle di Chieti, Pescara, BAT e Bari), mentre l’impatto per la sola provincia di Foggia, è calcolato in circa 24 milioni di euro per anno.
Analisi di benchmark e aiuti di Stato. La ricerca presentata ieri ha prodotto anche analisi di benchmark con aeroporti similari (Comiso, il quarto aeroporto siciliano dopo Catania, Palermo e Trapani; Crotone, il terzo scalo della Calabria dopo quelli di Lamezia Terme e Reggio Calabria; Cuneo, il secondo aeroporto del Piemonte dopo quello di Torino Caselle; Perugia Sant’Egidio, l’unico all’interno della regione Umbria; Pescara, l’aeroporto internazionale d’Abruzzo è il principale scalo della regione;
l’aeroporto di Rimini Miramare, fondamentale per incentivare il turismo nella riviera romagnola; l’aeroporto di Salerno Pontecagnano, il secondo aeroporto della Campania dopo quello di Napoli Capodichino).
In ognuno dei casi analizzati si riscontrano perdite di bilancio, ripianate attraverso specifiche forme di contribuzione al marketing da parte delle Regioni o, nel caso di Perugia, da parte di stakeholders locali come le fondazioni bancarie e le camere di commercio. Dall’analisi di benchmark è evidente che la gestione di un aeroporto con un traffico inferiore al milione di passeggeri annui nel sistema italiano non è in grado di ripagare gli investimenti effettuati ed una quota rilevante degli oneri gestionali. Per lo scalo foggiano una chance rappresentano i nuovi orientamenti UE sugli aiuti di Stato agli aeroporti e alle compagnie aeree. L’ipotesi è di operare un volo annuale in regime di continuità territoriale, con una contribuzione pubblica, per un triennio, stimabile in circa 1,2 mln di euro l’anno, che andrà ricercata a livello regionale o ministeriale.
“L’aeroporto di Foggia può costituire uno strumento di sviluppo economico e turistico della provincia di Foggia se, e solo se, le iniziative nelle fasi di avvio vengono pienamente condivise dagli Enti Locali e dagli stakeholders beneficiari dell’impatto economico”, si legge nel rapporto a oltre 70 pagine del Gruppo Clas, qui riprodotto in sintesi. Pregiudiziale è l’allungamento che attende con lo spauracchio della scadenza del 30 giugno prossimo, lo sblocco di quei 14 milioni di Fondi Fas.
Fonte: immediato.net