Il prestigioso giornale americano, il New York Times, ha stilato una classifica dei 31 posti consigliati da visitare nel 2010. Al 29° posto spunta il Gargano, che quindi viene messo al cospetto di altre località quali: Sri Lanka, Patagonia, Seoul, Mysore, Copenhagen, Koh Kood, Damasco, Cesme, Antartica, Leipzig, Los Angeles, Shangai, Mumbai, Minorca, Costa Rica, Marrakesh, Las Vegas, Bahia, Istanbul, Shenzhen, Macedonia, Sud Africa, Breckenridge, Montenegro, Vancouver, Colombia, Kitzbuhel, Norvegia, Kuala Lumpur e Nepal.
La giornalista Sarah Wildman sembra davvero essere stata affascinata dai nostri luoghi, scrivendo nel suo articolo: "Lontano dalla pazza folla di Amalfi e delle Cinque Terre c’è la penisola italiana del Gargano che si adagia sul mare Adriatico e vanta una lista di opzioni per una perfetta vacanza estiva italiana. Le offerte sono in gran parte concentrate nell’area protetta del Parco Nazionale del Gargano, una fascia di terra che comprende tutto, dal faggio e la quercia della Foresta Umbra, sino alle scogliere calcaree a strapiombo e i ciottoli da costa caraibica Le acque sono pulite come da cartolina e i villaggi, bianco lavati e calmi, abbracciano il mare. Dodici miglia nautiche al largo, in barca con l’aliscafo ci sono le Isole Tremiti macchia di terra circondata da una ricchezza di vita di mare con una propria riserva marina. Cerchi chiese romaniche e ristoranti dei pescatori? Ci sono Peschici e Vieste più grandi dei villaggi dei pescatori ma più comode di una città con pareti bianche e borghi medievali. Che ne dici dell’escursionismo di montagna? Trovato. Il Gargano offre anche il più raro dei lussi ottimo cibo e alloggio a buon mercato: i campeggi offrono spazio e il cambio di valuta, mentre a Peschici sì possono avere le camere dell’hotel dai 30 ai 60 euro a notte. Se non badi a spese, con poco più di 100 euro al giorno, alloggi presso la Chiusa delle More, un casale del XVI secolo immerso nel Parco nazionale, ma non è molto lontano dal mare. I pasti sono tipici, c’è lo stile del Gargano, e il cibo (in primis ortofrutta e uova) sono di autoproduzione".