Gli avvocati italiani, ormai da tempo sono oggetto di una attenzione particolare del governo, attenzione che sta inducendo i cittadini a pensare che gran parte dei mali che attanagliano il nostro sistema giustizia, ma anche il nostro sistema economico, siano responsabilità della classe forense, cioè di quei 230.000 professionisti presenti nel nostro paese, che non ha eguali in termini numerici in nessun altro paese europeo.
Gli avvocati metteranno in campo una forte iniziativa di protesta, attraverso uno sciopero bianco contro le iniziative governative in materia di soppressione di numerosi uffici giudiziari – tribunali minori e uffici del giudice di pace -, di riforma della legge disciplinante la professione forense ma, anche e sopratutto sulla media-conciliazione obbligatoria ma anche di sensibilizzazione dell’opinione pubblica e del governo sul fatto che le riforme così, come adottate non solo non renderanno più efficiente il sistema giustizia, ma probabilmente creeranno più problemi di quanti ne vorrebbero risolvere.
Per sollecitare il governo a riflettere su tali iniziative, l’Organizzazione Unitaria dell’Avvocatura, nei giorni scorsi, chiesto a tutti gli avvocati di aderire dal 15 maggio al 16 giugno ad uno sciopero bianco da attuarsi con richiesta dell’osservanza rigorosa delle norme processuali nell’ambito dei processi civili.
E, a tal proposito ha emesso il seguente comunicato stampa: «Gli avvocati hanno un ruolo fondamentale nel buon funzionamento della giustizia, con decine di attività di supplenza volontaria e gratuita che essi prestano quotidianamente. Eppure questo ruolo spesso non viene riconosciuto, al contrario l’avvocatura è continuamente e ingiustamente attaccata.
Siamo infatti oggetto di continui provvedimenti legislativi - aggiunge il presidente OUA - che aggrediscono tanto l’identità stessa della nostra professione quanto la natura pubblica della giustizia italiana. Il recente congresso straordinario di Milano - continua de Tilla - ha dato un mandato chiaro all’Organizzazione Unitaria dell’Avvocatura e al Consiglio Nazionale Forense di insistere nella ricerca di un dialogo, ma anche nella definizione di ulteriori iniziative per dare attuazione alle mozioni congressuali. Per questa ragione in assenza di atti concreti da parte dell’Esecutivo per un confronto sulla modifica della annunciata revisione della geografia giudiziaria (che deve essere costruttiva e non demolitoria) sulla eliminazione della incostituzionale obbligatorietà della media-conciliazione, sul ripristino delle tariffe e sul divieto della presenza dei soci di capitale negli studi professionali, l’assemblea dell’OUA ha accolto le proposte dei Consigli degli ordini forensi di Trani, Forlì-Cesena e Reggio Emilia. Tutti gli avvocati italiani sono invitati ad aderire dal 15 maggio al 16 giugno allo sciopero bianco su tutto il territorio nazionale, cioè a pretendere il rigoroso rispetto anche formale delle regole e degli adempimenti processuali. Gli Ordini forensi sono, altresì, invitati a sospendere l’erogazione di ogni supporto materiale ed economico per il funzionamento dell’organizzazione giudiziaria».
Lo sciopero sarà attuato con le modalità sotto indicate: non curare personalmente la verbalizzazione nelle cause civili ma richiedere al Giudice autorizzazione a dettare le proprie deduzioni in udienza (art. 84 co. 3 disp. att. c.p.c.), chiedendo che la verbalizzazione sia effettuata dal Cancelliere a ciò appositamente designato (art. 57 c.p.c.), o personalmente dal Giudice;- non curare la stesura di atti o provvedimenti di competenza e/o a sottoscrizione del Magistrato o del Cancelliere, in particolare evitando di redigerne e/o di predisporne il testo;- chiedere il puntuale e rigoroso rispetto delle norme di procedura che disciplinano la trattazione delle udienze, pretendendo in particolare che l’udienza di fronte al Giudice Istruttore si svolga in forma non pubblica (art. 84 disp. att. c.p.c.) e con le modalità previste, e quindi con chiamata singola e solo alla presenza delle parti e dei loro difensori;- chiedere (anche tramite il competente Consiglio dell’Ordine) in ossequio all’art. 83 disp. att. c.p.c., che i Giudici fissino preventivamente all’inizio dell’udienza l’ordine di trattazione delle cause, dando la precedenza a quelle per le quali sono stati abbreviati i termini e negli altri casi di legge;- non fornire strumenti, materiale cartaceo o di cancelleria di sorta agli Uffici Giudiziari, neppure se richiesto, né al momento dell’iscrizione a ruolo della causa né durante lo svolgimento della stessa;- non sostituirsi ai commessi e/o al personale di cancelleria per lo svolgimento di alcuna attività e in particolare non curare personalmente né tramite propri incaricati il prelievo dei fascicoli dalle Cancellerie e l’effettuazione delle fotocopie, pretendendo invece che queste gli vengano rilasciate dalla Cancelleria nei termini previsti, e comunque in tempi idonei a non costituire ostacolo allo svolgimento del mandato difensivo, dietro pagamento dei relativi diritti (art. 58 c.p.c.), segnalando eventuali inadempimenti occorsi al Consiglio dell’Ordine e, ove occorra, alla Procura;- non prendere visione di provvedimenti adottati dal Giudice, pretendendo che gli stessi gli vengano comunicati come per legge a mezzo Ufficiale Giudiziario o forma equivalente;- pretendere dagli Ufficiali Giudiziari il rilascio di idonea ricevuta all’atto della richiesta e del pagamento di notifiche, pignoramenti, ecc.
Angelo Ruberto