La processione del Venerdì Santo

«Il Venerdì Santo al tramonto si svolge la processione dei Misteri della Passione […] nella quale sfilano le confraternite e vengono portate sette statue rappresentanti i momenti salienti della Passione di Cristo.»

E’ quanto racconta Wikipedia sulla processione più seguita e più sentita dalla popolazione sannicandrese. Un po’ riduttivo in verità.

La “pr’cssion du V’nardì Sand” è tutta un’altra cosa. Io che l’ho vissuta dall’interno per diversi anni posso testimoniarlo. E’ il momento in cui tutto il paese si stringe attorno all’idea che la morte arriva per tutti, anche per il Figlio di Dio.

E’ il momento in cui le madri pregano per i figli lontani, e i figli pregano perché i genitori siano sempre in salute e che la morte venga a prenderli il più tardi possibile.
E’ il momento in cui la nonnina di 90 anni si veste a lutto, va a sedersi su una panchina (o su una seggiolina di legno portata da casa) e aspetta che la processione passi nei pressi della sua casa; magari è invidiosa anche dell'altra nonnina che abita in via Adriatico, perché lei tiene la casa completamente aperta, piena di figli e nipoti, che verranno poi benedetti dalle preghiere che quel fiume di gente canta all’Altissimo.
E’ il momento di piangere sotto quel velo, un po’ perché pensi a te, alla tua vita, ai sacrifici che stai facendo e ti chiedi perché, stranamente, quel cordone dorato che tieni in una mano pesa quanto una persona che si sta aggrappando a te (e qui, una lacrima ci scappa per forza), un po’ perché ascolti le preghiere che gli altri intorno a te recitano all’Addolorata o al corpo martoriato di Cristo, senza il timore di essere giudicate dalla vicina, per una volta…

E’ un bel momento, nonostante tutto. Nonostante le chiacchiere, nonostante le telefonate proprio quando il telefono dovrebbe essere spento e certi sguardi che valgono più di mille parole.

E’ il Buio prima della Luce. La Morte prima della Rinascita. La Speranza prima della Certezza.


Foto: Processione 2015 di Nazario Cruciano

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