In questa domenica di novembre che ormai ciao estate 2021 e per Natale ancora non si sa, cosa c’è di meglio che una bella gita nei dintorni? Dopo aver dato un’occhiata all’oroscopo (a proposito, occhio agli affetti: il cielo di Venere si sta rannuvolando) e una controllata alle gomme (le avete messe quelle invernali?) proponete alla vostra fidanzata di fare una gita ad Apricena. In principio sarà titubante ma di fronte alla prospettiva di non dover preparare il pranzo domenicale e lavare i piatti, vedrete, accetterà la vostra proposta entusiasta. Apricena è una splendida cittadina di pianura che conta circa 10000 anime, anima più anima meno.
Oltre ad avere dato i natali e anche le pasque al più grande e più famoso poeta indie della Capitanata, tal Matteo Salvatore, vanta una periferia che è tutta una cava. La più famosa è la cava Dell’Erba. Ma pure la cava dei F.lli Masselli non scherza. Ed è proprio la pietra la risorsa più preziosa, il tesoro nascosto, diremmo quasi il core business degli apricenesi. I preziosi massi estratti dalle cave vengono trasportati su gomma fino al porto di Napoli e da qui spediti verso gli EMIRATI ARABI e più di recente verso i porti della Cina. Il nome di APRI-CENA deriva da una leggenda secondo la quale Federico II, che abitava a Castel del Monte, nel barese, il week end soleva fare un salto qui perché era ghiotto di lumache e per cacciare nella foresta garganica. Pare che amasse sostare qui per un aperitivo che consumava negli ampi saloni del castello; arrivando nel tardo pomeriggio, chiamava questo spuntino APERICENA. Oggi la cittadina è governata da un sindaco leghista molto attivo sui social e ha preso il sottotitolo di Città della Pietra. E’ ricca di pubs.
Portate la vostra fidanzata in piazza dove vi attendono tavolini di plastica bianca sistemati sul marciapiede di pietra locale, proprio davanti al castello. Non pensate a EQUITALIA. Non pensate che sta per scadere l’assicurazione. Gustatevi due squisite PERONI NASTRO AZZURRO a temperatura ambiente e brindate. La vita è un attimo. E l’attimo, è fuggente.