Notizie che significano nulla

    Ricordo le scorse elezioni politiche, c’era l’esponente di un partito attualmente in forza al governo. Ogni giorno compariva in un servizio al telegiornale mentre urlava al popolo una frase tipo: “Vogliono zittirci. I poteri forti non vogliono farci avere voce in capitolo”. L’unico problema, che di solito la gente tende a non osservare, è che lo diceva proprio in televisione, al TG di tutte le maggiori emittenti, negli orari di punta.

    Ultimamente invece, ho sentito parlare di recupero di evasione fiscale e…di braccialetti Amazon. Chissà come mai, articoli del genere crescono esponenzialmente a ridosso delle campagne elettorali.

    Ho una parola d’ordine impartita a me stesso: “Mai parlare di politica”. La continuerò a seguire e rispettare, dunque cercherò di essere il più imparziale possibile, invitandovi altresì a giudicare e interpretare ogni cosa vi venga detta, non solo fino al 4 marzo, unicamente da voi stessi, mettendo in discussione qualsiasi giornalista e politico di turno, comprese queste parole, tenendo un occhio di riguardo verso chi dice di essere dalla vostra parte.

    Siamo circondati di false notizie, quelle che nel gergo comune vengono denominate fake news. Facebook ne è pieno, o meglio, ne fa solo da bacheca. La notizia in sé parte sempre da un sito, un portale, un giornale on-line: la leggi, la reputi “interessante” – il più delle volte dal solo titolo – e clicchi sul logo che ti inseriscono a fine pagina: “Condividi”. Altre volte invece, la condividi direttamente dal social, dall’amico dell’amico dell’amico e il gioco è fatto, la notizia falsa fa il giro del web. Eppure queste notizie non mi spaventano, sono talmente stupide che solo uno stupido può crederle e, a uno stupido, difficilmente riesci a fargli capire quanto sia stupido. Quelle che mi spaventano sono le notizie vere, argomentate e strumentalizzate in modo da trarne vantaggio, semplicemente cambiandone la chiave di lettura.

    “Nuovo record nel 2017 del contrasto all’evasione fiscale. L’attività di recupero ha riportato nelle casse dello Stato 20,1 miliardi di euro, +5,8% rispetto al 2016”.

    È inutile entrare nello specifico della notizia, almeno per il mio fine. Ok, ci saranno menti grandi quanto un cocomero e mega-esperti in economia, ma non ci servono loro per fare un po’ di matematica.

    Affinché un paragone del genere possa reggere, significa che ogni anno l’evasione fiscale deve attestarsi sempre alla stessa somma. Mi spiego meglio: supponiamo che ogni anno, in Italia, vengano evasi 100 miliardi di euro. Di questi 100 miliardi, in un anno ne vengono recuperati 15, l’anno seguente 20, allora sì che possiamo fare un paragone. Purtroppo, per loro e per noi tutti, non sappiano quanto denaro viene nascosto dalle tasche dello Stato, al massimo può essere solo stimato. 

    Se invece sono stati recuperati più soldi perché l’evasione è stata maggiore? Questa è un’altra chiave di lettura. Anzi, se così fosse, non solo cambierebbe l’interpretazione della notizia, ma andrebbe tutto a loro svantaggio. “Lo Stato, sempre di più, non riesce a contenere il fenomeno dell’evasione fiscale”. Una notizia vera, ma posta in modo da trarne altro tipo di vantaggio. 

    Quanto si evade ogni anno in Italia? Se lo sapessimo, non sarebbe certo una buona notizia recuperarne solo in parte.

    Poi ci sono i braccialetti Amazon e lo Stato che è sempre dalla nostra parte. “Mai verranno utilizzati in Italia”, sì, ma cosa?

    Si gioca sulla pigrizia del lettore/ascoltatore, come sempre. Chi va ad informarsi sulla notizia appena data?

    Amazon ha presentato un brevetto, un’idea. L’idea di un braccialetto utile all’ottimizzazione del lavoro dei dipendenti in magazzino. Idea che, ad oggi, è solo un’idea: non esiste, è pura fantasia. “Loro” però sono dalla nostra parte, fanno il processo alle intenzioni e ci dicono che il vero scopo di quell’idea è di controllare i dipendenti: questa cosa è inammissibile, gli Italiani lo devono sapere e, preferibilmente, entro il 4 marzo.

    La verità difficilmente riusciamo a scovarla, il più delle volte si trova nel mezzo. Il mio invito è di mettere sempre in discussione una notizia e la sua “contro-notizia”, data dalle emittenti di contro-informazione. Fatevi un resoconto personale di tutto e, anche se alla fine potremmo aver sbagliato di grosso, perlomeno sarà stato un nostro errore, una nostra interpretazione sbagliata, ma pur sempre nostra. Sempre meglio che pensarla con la testa di un altro.

    Abbiamo tutti, nelle nostre tasche, un aggeggio che potenzialmente serve a controllarci. Si chiama smartphone. Ci controllano sul serio, sono dicerie o stupide teorie del complottismo? Se qualcuno ha una risposta definitiva e comprovata, si faccia avanti. Immaginate se, quando fu lanciato sul mercato, il titolo fosse stato: “La Apple inventa il modo per controllare gli esseri umani”?

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