La pantera si rifa' viva, stavolta verso Poggio Imperiale

Vista da cinque operai di San Nicandro. Dubbi sull'efficacia delle ricerche

Dopo giorni di silenzio, in cui sono continuate comunque le ricerche, è stata riavvistata nel tardo pomeriggio di oggi, 29 gennaio, la pantera nera scappata da San Severo lo scorso 15 gennaio e il cui stato di libertà sta seminando il panico tra l'Alto Tavoliere e il Gargano nord. Una squadra di operai di San Nicandro Garganico di rientro da Lesina, appena presa la SS 693 ha notato l'animale vagare quasi a bordo strada, nei pressi dell'uscita per Poggio Imperiale. "Appena abbiamo imboccato la scorrimento veloce, abbiamo notato tutti un animale di colore scuro e di media taglia vagare in un campo adiacente" racconta uno degli operai a sannicandro.org. "La fisionomia insolita ci ha indotto a ritornare indietro. L'animale, accortosi di noi, ha cominciato ad allontanarsi velocemente con un'andatura che non ha lasciato dubbi a nessuno di noi che si trattasse proprio della pantera". I cinque hanno subito allertato il 112 e fornito tutte le indicazioni necessarie ai Carabinieri giunti in poco tempo sul posto. Ma l'animale si era già dileguato in direzione Poggio Imperiale.

Intanto la macchina delle ricerche sembra sollevare dubbi sull'efficacia. Già nei programmi delle tv nazionali alcuni esperti hanno più volte mostrato perplessità, ritenendo che il problema sia stato preso sottogamba innanzitutto dalle autorità. Le due gabbie messe a disposizione dei veterinari dell'ASL di Foggia dall'Ambito Territoriale di Caccia sono comunque poche. Oltre a quella posizionata in località Sant'Annea, a pochi chilometri a nordovest di San Nicandro e luogo di presunti avvistamenti, un'altra gabbia è stata - inspiegabilmente secondo molti - posizionata nel Bosco Difesa di S. Marco in Lamis nell'entroterra garganico, luogo in cui, a detta di esperti, è del tutto improbabile possa recarsi la pantera, per il clima più rigido e per l'assenza di acqua.

Dopo ormai quindici giorni dal primo avvistamento, il felino avrebbe comunque percorso almeno una trentina di chilometri. Le segnalazioni dell'ultima settimana, supportate da tracce nel terreno e video di impianti di telesorveglianza, si concentrerebbero tutte in una fascia di territorio piuttosto circoscritta, tra i comuni di Poggio Imperiale e San Nicandro Garganico. Un'area dove l'animale avrebbe a disposizione innanzitutto acqua e un habitat quasi naturale con clima più mite e vegetazione bassa. Non si registrano attacchi ad animali delle numerose fattorie presenti nella zona e sono state smentite le aggressioni a e altri animali cani attribuite al felino nei giorni scorsi. Non è escluso che possa comunque cibarsi, abituato in cattività, di scarti depositati nei dintorni delle masserie o nei sacchi di spazzatura abbandonati lungo la statale 693. Ma resta comunque il pericolo di un animale probabilmente affamato, che potrebbe soccombere presto all'istinto specie in caso si sentisse in pericolo.

La situazione è seguita dalla Prefettura di Foggia in costante contatto con i veterinari dell'ASL. E' fuori da ogni dubbio, comunque, la necessità di una stretta organizzativa che possa garantire un coordinamento migliore delle forze in campo e includere metodi di ricerca finora non contemplati. Uno tra tutti, suggerisce ad esempio qualche esperto cacciatore, l'utilizzo di cani che possano trovare e seguire costantemente la pista lasciata dal pericoloso animale. Possibilmente, entro la fine dell'inverno, prima che il felino cominci a trovare comodi anche i boschi dell'entroterra: in quel caso, diverrebbero pari a zero le possibilità di cattura.

Matteo Vocale

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