Sarà tumulata nel cimitero di San Nicandro Garganico, luogo di cui era originario, la salma di Rocco Bramante, il 52enne ucciso lunedì 13 gennaio a Caorso, in provincia di Piacenza, a seguito di una lite.
Una lite per futili motivi, stando a quanto appreso per il momento dai Carabinieri della compagnia di Fiorenzuola, che però vogliono vederci chiaro. Ad agire un uomo di 63 anni, Luigi Baletta, che avrebbe rubato il coltello dal bar Filly di via Roma dove i due avevano ingaggiato un furioso diverbio. Due i fendenti che hanno colpito Bramante: uno alla mano, nel tentativo di difendersi, l'altro ha reciso l'arteria femorale provocando poi la morte per dissanguamento avvenuta davanti alla caserma dei Carabinieri di Caorso, dove Bramante si era recato ferito, nel disperato tentativo, evidentemente, di sporgere denuncia e ricevere soccorso.
Già negli anni '80 Baletta era stato indagato per rapina, resistenza lesioni e minacce. I Carabinieri, lunedì sera, lo hanno rintracciato nel bar e fermato dopo un lungo interrogatorio nella notte. Bramante era invece noto a Caorso per essere capo della locale comunità sinti. Nel marzo 2019 era finito nel mirino dei Carabinieri nella maxi indagine "Tower". «L'ha ucciso davanti ai miei occhi, ero piena di sangue, abbiamo cercato aiuto andando dai carabinieri ma Rocco è morto». A dirlo, racconta il giornale locale Il Piacenza, tra urla e lacrime è Giordana Lucchesi, moglie di Rocco Bramante. Accanto a lei, sotto choc, le sorelle, la madre Lucia Stocola, le figliastre e i tanti ragazzini che abitano nel campo nomadi caorsano. Raccontano la loro versione e tutti concordano: «Rocco era un angelo. Non ha mai rubato nemmeno una caramella. L'hanno ucciso perché era troppo buono. Rocco lavorava da mattina a sera, era sempre sporco perché si spaccava la schiena». E ancora: «Vogliamo le prove che Rocco era il boss della comunità e che era il mandante di furti e reati che ci hanno contestato. Ci hanno distrutti, ci hanno tolto i figli, non sappiamo neanche cosa abbiamo fatto. Noi lavoriamo, non rubiamo». Rocco non era sinti ma da almeno 20 anni abitava nel campo di Caorso dove poi aveva sposato Giordana, diventando quello che nel loro gergo si chiama "gaggio". «Eravamo andati a bere un caffè al bar Filly, Rocco ha salutato Gigi e lui lo ha mandato a fanc... dicendogli "sei uno stronzo, tu hai rovinato Caorso con quello che avete fatto" (riferendosi dl blitz dei carabinieri durante l'operazione Tower nel marzo 2019 nda) e poi gli ha dato due schiaffi. Rocco mi ha detto di andare via e Gigi invece ha preso il coltello e lo ha colpito due volte. Io ero piena di sangue e siamo corsi in auto davanti alla caserma e poi è morto. Non è vero che ha cercato di investirlo: lo dimostreranno le telecamere». Tutti al campo negano vecchie ruggini tra i due, anche se qualcuno in paese la pensa diversamente: ci penseranno i carabinieri a ricostruire tutto, riporta infine Il Piacenza.
Ora si attende l'autopsia disposta sul corpo di Bramante dal procuratore Antonio Colonna, che potrebbe aver luogo lunedì 20 gennaio. Quindi, i funerali prima a Caorso e, probabilmente il giorno seguente, a San Nicandro Garganico dove risiede tuttora la madre di Bramante.