Proseguono senza sosta le indagini dei Carabinieri per risalire agli autori della presunta lite seguita da conflitto a fuoco, ieri verso mezzogiorno, nel tratto centralissimo di via Marconi, a San Nicandro Garganico.
Quel che è certo, intanto, è la conferma che in una San Nicandro apparentemente tranquilla, al netto di qualche furto e del sempre fiorente spaccio di stupefacenti, rimane un sottobosco di criminalità, che si permette il lusso di girare armata senza tema per le strade del paese.
E così dev'essere, se capita che si riesce prontamente a rispondere al fuoco con il fuoco, addirittura in un punto centralissimo della vita cittadina. Proiettili, più di uno, ad altezza uomo, che solo per pura combinazione, evidentemente, non hanno lasciato a terra feriti o, peggio ancora, morti innocenti.
I bossoli di pistola recuperati di Carabinieri sull'asfalto sarebbero almeno quattro, due hanno lasciato segni (che, ribadiamo, sarebbero potuti essere fatali) sul parabrezza e sullo specchietto retrovisore di due auto parcheggiate, entrambi sul lato conducente. Sarebbe escluso l'indirizzo dei proprietari dei due veicoli, a sottolineare il carattere assolutamente folle e pericolosissimo dell'agguato per la pubblica incolumità.
Voci di paese sostengono che tutto sarebbe nato da un diverbio a seguito di un tamponamento, avvenuto all'incrocio tra via Giovanni XXIII e via Adriatico. Scontro sfociato in un inseguimento per le strade cittadine, conclusosi malamente nel modo che conosciamo.
I Carabinieri sono al lavoro senza soluzione di continuità. Il PM che si occupa delle indagini ha disposto l'acquisizione di tutti i filmati degli impianti di videosorveglianza, pubblici e privati, mentre i militari avrebbero già ascoltato alcuni testimoni: sul luogo della sparatoria c'erano molte persone e, se è vero che inseguimento in paese c'è stato tra i due malviventi, la schiera dei testimoni sarebbe potenzialmente numerosa e gli elementi per ricostruire tutto l'accaduto altrettanti.