Due sentenze, nel giro di pochi giorni, hanno riconosciuto l’aggravante del metodo mafioso nelle estorsioni messe in atto dai clan del Gargano. Dopo quella in Appello, nell’ambito del processo “Tre Moschettieri”, già raccontata da l’Immediato, ecco ora l’importante decisione dei giudici del Tribunale di Foggia nel procedimento “Remake” a carico di Gennaro Giovanditto e Michele Scanzano. Per la prima volta nella storia, il tribunale dauno ha riconosciuto l’aggravante mafiosa sul Gargano. Cosa che non avvenne nei “Tre Moschettieri”.
Giovanditto è stato condannato a 8 anni e 6 mesi di reclusione e alla multa di 8.500 euro, Scanzano alla pena di 8 anni di reclusione e multa di 8.000 euro. I due sono stati riconosciuti colpevoli dei reati di tentata estorsione per avere, in concorso tra loro, costretto mediante minaccia un’impresa che aveva stipulato un contratto quinquennale con il Comune di San Nicandro Garganico per la gestione dei rifiuti solidi urbani, a consegnare in loro favore una somma di denaro a titolo di tangente, senza riuscire nell’intento per il fermo rifiuto opposto dalla vittima, nonché di avere indebitamente utilizzato carte di credito falsificate per effettuare presso numerosi esercizi commerciali una serie di acquisti di beni e servizi di rilevante importo economico.
Inoltre i due sono ritenuti colpevoli del reato di estorsione per aver costretto, mediante minaccia, un imprenditore a consegnare loro la somma di 6.000 euro, mediante quattro versamenti rateali di 1.500 euro. Anche in questo caso, per entrambi i reati estorsioni è stata riconosciuta dai giudici di primo grado l’aggravante di aver adoperato metodi mafiosi, contestata dalla DDA di Bari con riferimenti ai tempi, alle modalità e al contesto nel quale si realizzava la condotta illecita oltre che in considerazione delle qualità personali di Giovanditto, già condannato con sentenza definitiva alla pena dell’ergastolo per mafia, omicidio e altro, in qualità di appartenente al clan Libergolis, noto gruppo criminale di base a Monte Sant’Angelo.
“Le recenti sentenze, “Tre Moschettieri” e “Remake” – ha detto stamattina in conferenza stampa il comandante provinciale dei carabinieri, Marco Aquilio -, confermano sul piano giudiziario, l’esistenza e la virulenza della mafia garganica e creano l’intelaiatura per delinearne a pieno i contorni e la struttura ma soprattutto rappresentano un importante caposaldo per dare la giusta lettura ai fenomeni criminali che opprimono quella fetta importante di territorio. Ora tutti i reati commessi potranno essere rivisti sotto questo filtro. Tali sentenze hanno cristallizzato l’esistenza della mafia sul Gargano e saranno spendibili anche un futuro”.
fonte: immediato.net