Nelle prime ore del mattino i Carabinieri del Comando Provinciale di Foggia, unitamente a personale del Comando Provinciale di Bari, del Nucleo Elicotteri di Bari e del Nucleo Cinofili di Modugno hanno dato esecuzione a 35 misure cautelari personali nei territori di San Severo, San Nicandro Garganico, Foggia, e Sant’Ambrogio di Valpolicella (Verona).
La maxi operazione trae origine da una complessa e articolata indagine condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo, coordinati dalla Procura della Repubblica di Foggia nelle persone del Alessio Marangelli e del Dott. Andrea Di Giovanni, che ha portato all’emissione dell’Ordinanza di misure cautelari nei confronti di 35 persone (20 in carcere, 12 agli arresti domiciliari e 3 con obbligo di presentazione alla P.G.) ritenute responsabili di numerosi episodi di spaccio di sostanze stupefacenti ed uno, il principale protagonista dell’attività investigativa, anche del reato di estorsione ai danni di suo abituale acquirente.
L’indagine ha tratto spunto da alcune risultanze emerse nel corso di altra attività, sempre del Nucleo Investigativo di Foggia, portata in esecuzione il 4 ottobre u.s. a carico di alcuni elementi di spicco del clan “MORETTI” (c.d. “Operazione Reckon”). I numerosi servizi di osservazione, controllo e pedinamento hanno nel tempo fruttato numerosi riscontri con conseguenti sequestri di importanti quantitativi di sostanze stupefacenti, portando alla luce l’esistenza di una fitta e articolata rete di spaccio di stupefacenti nei comuni di San Severo, San Nicandro Garganico, Lucera, Lesina, Chieuti e perfino nel comune veneto di Sant’Ambrogio di Valpolicella (VR).
Le indagini hanno evidenziato l’esistenza di diversi gruppi delinquenziali che, operando in perfetta autonomia, hanno avuto quale unico scopo quello di trarre profitto dalla vendita illegale di varie tipologie di droghe (in particolare cocaina e marijuana, ma anche eroina). E’ proprio da tale attività illecita che gran parte degli indagati traeva l’unica fonte di reddito, curando le diverse fasi che andavano dalla produzione (per ciò che riguarda la marijuana), al confezionamento e all’avvio delle trattative volte a stabilire il prezzo, il trasporto e le modalità di consegna delle sostanze stupefacenti. Nel centro abitato di San Nicandro Garganico, la vendita degli stupefacenti era curata essenzialmente da due gruppi criminali, uno facente capo a F. C., cl.1972, e M. M., cl. 1958, e l’altro a S. A., cl. 1967, coadiuvato dal “braccio destro” G. M., cl. 1969. I due gruppi, operando in perfetta autonomia, si erano strutturati su base verticistica, dove i capi curavano sia le singole trattative con i fornitori per il reperimento della materia prima a prezzi sempre più concorrenziali, sia i rapporti con gli acquirenti per definire modalità di consegna e la tempistica nei pagamenti.
Sono stati raccolti significativi e univoci elementi di reità anche a carico di numerosi altri soggetti, molto attivi nella fiorente attività illecita dello spaccio di consistenti quantitativi di sostanze stupefacenti. Nello specifico, elementi fondamentali dell’organizzazione erano i familiari stessi. Oltre a questi elementi di spicco è stata appurata l’operatività di una lunga serie di altri soggetti che si rivolgevano ai principali protagonisti dell’indagine per acquistare importanti quantità di stupefacente destinato a coprire le restanti “fette” di mercato dello spaccio in San Severo, San Nicandro Garganico e nei vicini centri abitati; uno di questi, N. A., cl. 1982, è indagato anche per detenzione e porto abusivo di una pistola GLOCK con relativo munizionamento.
Nel corso delle indagini sono già state arrestate 7 persone in flagranza di reato, documentate numerose cessioni di stupefacente, sequestrate 3 pistole, 1 fucile a pompa e 3 Kalashnikov di illecita provenienza con relativo munizionamento, 12 Kg di hashish, 2 Kg. di cocaina, 60 grammi di eroina e circa 10 Kg di marijuana e alcune micce esplodenti. Le numerosissime dosi ottenibili dallo stupefacente sequestrato (nel numero di diverse migliaia), hanno dimostrato come consistente e parimenti redditizio fosse il giro d’affari in cui sono risultati coinvolti gli indagati.
Sconcertante e assolutamente allarmante è il dato emerso dalle analisi di laboratorio sulla cocaina sequestrata poiché, quale sostanza da taglio, è stato appurato l’utilizzo del “Levamisolo”, un farmaco antineoplastico usato per il trattamento del cancro del colon e come antiparassitario in veterinaria che potenzia esponenzialmente gli effetti malevoli per la salute; nello specifico, come si evince dal Bollettino del Laboratorio Tossicologico di Riferimento Nazionale della Seconda Università di Napoli, “l’ingestione di cocaina adulterata con Levamisolo può ridurre notevolmente i globuli bianchi sopprimendo la capacità dell’uomo di combattere le infezioni, sviluppando rapidamente infezioni anche fatali”.
Ulteriore particolarità riguarda il fatto che alcuni degli indagati, nel corso delle attività tecniche, si vantano di movimentare la cd. “Lemon Haze”, ovvero una marijuana “pregiata”, dal sapore intenso e deciso che ricorda il limone ed è in grado di provocare degli “effetti potenziati dal punto di vista psichedelico, soprattutto sull’aspetto della socialità e della creatività”.
fonte: statoquotidiano.it