Cadavere trovato in mare, è il giovane fermano Fulvio Cicconi

Pochi dubbi dall'autopsia, si attende esame dna. Il ragazzo era scomparso nel nulla il 29 ottobre

Sembra avere un nome il cadavere recuperato sabato scorso a largo di Torre Mileto dalla Capitaneria di Porto di Rodi Garganico, dopo una segnalazione giunta all'alba da un motopeschereccio. Dall'autopsia effettuata ieri all'obitorio di Foggia, risulta che l'uomo è morto per annegamento e non sono stati riscontrati sul corpo segni di violenza antecedenti al decesso. E' molto probabile che si tratti di Fulvio Cicconi, il 34enne di Fermo scomparso il 29 ottobre scorso. Secondo il medico legale, infatti, il giovane ritrovato in mare sarebbe morto da almeno due settimane, elemento che insieme ad altri, rende quasi certa l'identificazione. Durante l'esame, è stato prelevato anche un campione del dna per compararlo proprio con quello di Cicconi. Il corpo, infatti, era in avanzato stato di saponificazione e perciò non pienamente riconoscibile dai familiari recatisi a Foggia, che comunque pare abbiano avuto pochi dubbi.

Da una prima ricostruzione, come riportato dal quotidiano locale Il Resto del Carlino, il 34enne (sempre che venga confermato si tratti di lui), in attesa di andare a vedere la partita allo Juventus Club quel sabato 29 ottobre, potrebbe aver deciso di fare una passeggiata sulla spiaggia di Porto San Giorgio e potrebbe essere salito sul pennello di scogli vicino al posto dove è stata rinvenuta la sua Fiat Panda. A quel punto potrebbe essere scivolato o aver accusato un malore che lo avrebbe fatto finire in mare. Insomma si sarebbe trattato di un banale incidente finito nel peggiore dei modi.

Una volta in acqua, sarebbe annegato e la corrente potrebbe aver trasportato il corpo fino in Puglia. Una ricostruzione, questa, che sarebbe compatibile anche con l’ispezione cadaverica effettuata sul corpo del giovane ritrovato a largo di Torre Mileto. Fulvio era scomparso dopo aver salutato la mamma, dicendole che sarebbe andato allo Juventus Club a vedere la partita. Poi il nulla, da cui l'allarme lanciato dai familiari. 

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