E' morto Raffaele Mascolo, già sindaco e deputato

Fu colonna del PCI nell'ultimo Dopoguerra ma anche storico e saggista

E' deceduto nella serata di ieri, all'età di 90 anni, Raffaele Mascolo, già sindaco di San Nicandro Garganico e deputato del Partito Comunista Italiano nella V Legislatura.

Lo si è appreso ieri da numerosi attestati di cordoglio pubblicati da alcuni esponenti politici locali. "Per l'eredità raccolta da sindaco e da deputato del PCI negli anni che dalle nostre parti furono dell'antimiracolo', - si legge in una nota del locale circolo del Partito Democratico - ma soprattutto per la sua grande cultura politica e storica, che ci ha lasciato immeritatamente in dote molti importanti scritti, Raffaele Mascolo, 'Filuccio nostro', come lo chiamavamo tra compagni, è stato indubbiamente un gigante, seppur di periferia". "Mi riesce difficile, caro Raffaele, ricordarti senza i tuoi libri sparsi ovunque, specie in cucina - è la dedica-ritratto dell'ex sindaco Costantino Squeo -  Impressionava la tua curiosità, a tratti vorace e il tuo essere esigente. Ti saluto, avendo ancora dinanzi la tua collocazione nella piazza dei comizi e la tua postura ferma quando noi si parlava la tua stessa lingua". "La grave sfortuna di averne vissuto di striscio solo gli ultimi bagliori. Raffaele era di quella generazione dalle mani operose e pulite e dalla schiena dritta, con una predilezione speciale per la cultura come fondamento dell'azione politica. Di lui, in modo particolare, voglio ricordare l'istituzione della Biblioteca Civica Alfredo Petrucci, le pubbicazioni di storia locale e questo opuscoletto che, già da se, narra tutto", scrive il segretario del PD sannicandrese, Matteo Vocale, riferendosi, in ultimo, alla relazione sul bilancio comunale di previsione del 1962.

Nato a San Nicandro da famiglia antifascista di braccianti agricoli il 14 gennaio del 1925, fu figlio di Giovanni Mascolo, autore di alcuni manoscritti sul lavoro dei braccianti nelle masserie: uno di questi, Il Cafone all'Inferno, fu ripreso insieme al titolo dal più noto libro di Tommaso Fiore. (Qui un'intervista di Giovanni Rinaldi del 1977)
Sulle orme del padre nella lotta per i diritti e la salute nelle campagne, dedica il suo interesse e la sua attività al mondo agricolo, fino a laurearsi in Medicina veterinaria, insegnando poi nella scuola pubblica.

Iscrittosi al Partito Comunista Italiano nel 1943, condivise con la sua città una fervida attività politica e il 17 giugno 1952, a soli 27 anni (come lui stesso sottolineava sovente a sommesso attestato di responsabilità), viene eletto sindaco di San Nicandro, in un Dopoguerra segnato dalla fame e dalla miseria in gran parte della popolazione, dopo che era venuto meno ogni minimo presidio imprenditoriale con la scomparsa delle famiglie dei latifondisti. Fu rieletto nel 1960 e nel 1964, assumendo la carica di sindaco per undici anni complessivi.

Alle elezioni politiche del 1968 è eletto deputato nella circoscrizione di Bari e Foggia nel gruppo parlamentare del PCI. Membro della XIX Commissione parlamentare Igiene e Sanità Pubblica, lavorò con il suo gruppo in numerose proposte di legge, sei delle quali portano il suo nome come primo firmatario. Diciassette gli interventi parlamentari pubblici, argomentati con grande competenza nel contribuire a discussioni di rilievo per il Mezzogiorno, nella sanità pubblica, in materia di agricoltura e zootecnia, su ambiente e territorio. In particolare, nella seduta del 19 gennaio 1971, Mascolo sollecitò all'allora governo Colombo (DC, PSI, PSDI, PRI) la risposta ad una interrogazione circostanziata sulla "situazione urbanistica delle zone di interesse turistico del Gargano, prese d'assalto dalla speculazione privata". Mascolo, sostenuto dal suo gruppo, denunciava "il processo di deterioramento e di disordine edilizio nel gioco intricato e torbido degli interessi speculativi". Nel silenzio ripetuto del Governo, le classi medio-basse daranno vita al fenomeno "liberatorio" dell'occupazione dell'Istmo tra Lesina e Torre Mileto, nel timore che anche quel territorio cadesse nelle mani di pochi speculatori. La situazione, come ampiamente noto, sfuggì presto di mano.

Terminata l'attività parlametare nel 1972, Rallaele Mascolo continua a contribuire al dibattito politico nella sua sezione sannicandrese, se pure in modo più defilato. Comincia quindi a dedicarsi alla saggistica di carattere storico politico. Di lui si ricordano in particolare Domenico Fioritto e il Partito Socialista in Capitanata (Foggia, 1976), La Sinistra in Capitanata (1866-1896), (Manduria, 1981), L'avvento del Fascismo in Capitanata (L'eccidio di San Giovanni Rotondo) (Foggia, 1987), Dal Riformismo Borbonico alla Democrazia Repubblicana. La Capitanata e Sannicandro Garganico (San Nicandro G. 1998), quest'ultima, un'interessantissima raccolta di atti e documenti dal periodo pre-unitario alla fine del fascismo, che ne fanno un cardine della storiografia sociale e politica locale.

"Per tracciare la biografia di Mascolo - scrive Mario Ruscitto nel suo I Ragazzi degli Anni '20 - occorre uno studio particolarmente impegnativo che, eventualmente, bisogna fare in modo esclusivo, per trattare la figura politica, sociale e umana".
I funerali avranno luogo nel pomeriggio odierno, alle ore 15, presso la Chiesa Madre di San Nicandro Garganico.

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