Assalto al portavalori del 2011, arrestato 46enne

L'agguato avvenne in località "Tufara"

I Carabinieri del Comando Provinciale di Foggia hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misura cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Foggia su richiesta della locale Procura della Repubblica nei confronti di Gentile Pio Francesco, 46enne di Mattinata, gravemente indiziato dei reati in concorso di tentata rapina, porto e detenzione illegale di armi e ricettazione.

Era il mattino del 2 settembre 2011 quando un furgone portavalori dell’istituto di vigilanza NP Service, al cui interno viaggiavano tre guardie particolari giurate, mentre stava percorrendo la SP 41 bis in direzione San Nicandro Garganico, all’altezza del km 4, veniva fatto oggetto di agguato da parte di almeno dieci persone armate con fucili kalashnikov. L’intento criminoso di rapinare i valori contenuti all’interno della cassaforte trasportata falliva per l’intervento di una pattuglia dei Carabinieri, che ingaggiava un conflitto a fuoco con i malviventi costringendoli alla fuga a bordo di tre autovetture.

Le indagini condotte, senza soluzione di continuità, dai Carabinieri, hanno fatto emergere importanti elementi investigativi circa il coinvolgimento di Gentile Pio Francesco nel grave fatto delittuoso permettendo all’Autorità Giudiziaria l’emissione del provvedimento restrittivo. A consentire la ricostruzione dei momenti salienti risultavano determinanti le dichiarazioni rese da quanti, loro malgrado, erano stati protagonisti della vicenda.

Innanzitutto venivano ascoltate le guardie giurate in servizio a bordo del furgone blindato raccontando che nel mentre si dirigevano verso San Nicandro Garganico, dopo una curva, si trovavano di fronte una betoniera che procedeva verso di loro al centro della strada; intuite le intenzioni malsane, il conducente del furgone portavalori tentava di allontanarsi con una manovra in retromarcia, notando cinque o sei individui che, usciti dal mezzo, iniziavano a sparare. La retromarcia non aveva l’esito sperato poiché il furgone veniva bloccato da un’autovettura AUDI A4 di colore scuro che gli bloccava la strada consentendo alla betoniera di impattare con il blindato. I rapinatori costringevano quindi le tre guardie giurate a scendere dal mezzo e sdraiarsi per terra.

Immediatamente i malviventi sottraevano loro le pistole in dotazione, il munizionamento ed i giubbotti antiproiettile ed avevano appena iniziato con una fiamma ossidrica a tagliare le lamiere del furgone quando giungevano sul posto i Carabinieri ingaggiando il conflitto a fuoco. I Carabinieri accertavano anche che prima dell’agguato i rapinatori avevano provveduto a bloccare il traffico sulla strada, costringendo gli automobilisti a consegnarli le chiavi delle autovetture fermate.

La ricostruzione della vicenda consentiva, quindi, di ipotizzare la presenza di tre gruppi di uomini armati: due tesi a bloccare l’andamento dei mezzi sulle due direzioni di marcia; il terzo interessato a bloccare il furgone blindato. I Carabinieri rinvenivano sulla pavimentazione stradale 16 bossoli di cartuccia cal. 7,62 esplosi dai kalashnikov, 2 cartucce inesplose di fucile cal.12 a pallettoni e 5 bossoli di cartuccia cal.9.

Le indagini proseguivano e due giorni dopo, in località “Spina Pulci” di San Nicandro Garganico, sono state rinvenute, nascoste tra la vegetazione le tre autovetture, una FIAT STILO e due AUDI A4, tutte provento di furto che, sulla base delle testimonianze dei presenti all’agguato, non vi era dubbio fossero quelle utilizzate dai rapinatori per la fuga. Le guardie giurate avevano dichiarato inoltre che i malviventi indossavano dei guanti in lattice di colore blu.

Sui mezzi i Carabinieri effettuavano accertamenti tecnici e rilievi finalizzati ad individuare profili genetici sul materiale sequestrato all’interno e poiché la dinamica della vicenda presentava similitudini con analoghi episodi avvenuti in passato, le indagini si indirizzavano verso taluni personaggi tra i quali l’odierno indagato. Si procedeva, tra gli altri, a sottoporre a prelievo di materiale genetico anche Gentile Pio Francesco e l’intuizione investigativa risultava corretta.

Dal prelievo del tampone salivare, infatti, risultava la piena sovrapponibilità tra il profilo genetico di Gentile Pio Francesco ed il profilo genetico ottenuto da un paio di guanti in gomma di colore blu, rinvenuto e repertato all’interno di una delle due AUDI A4 trovata due giorni dopo non lontano dal luogo dell’agguato.

L’arrestato è stato associato in carcere a Foggia.

Fonte: statoquotidiano.it

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