Soppressione tribunale di Lucera, il procuratore Seccia attacca

"Sottovalutano la mafia garganica, non c'è neanche un rigo su San Nicandro"

«Vorrei capire se il procuratore della Dda di Bari è rammaricato per la decisione di sopprimere il Tribunale di Lucera o per la relazione inviata al capo dipartimento del ministero di Grazia e Giustizia di una cartella e mezzo, nella quale c’è scritto che non si rilevano criticità mafiose sul territorio. Non c’è un rigo sulla mafia di San Nicandro Garganico». Il procuratore della Repubblica di Lucera, Domenico Seccia, non nasconde la delusione per un provvedimento, quello di cancellazione del tribunale di Lucera disposto dal Governo che, secondo il magistrato, sarebbe fondato su presupposti errati: la grave sottovalutazione dei fenomeni criminali e mafiosi a Lucera e sul Gargano.

La diversità di lettura del provvedimento è tutta tecnica, la preoccupazione forte, avvertita da Seccia, è che a Roma non si sia fatto comprendere quale sia il peso della criminalità mafiosa sul Gargano. Preoccupazione espressa ieri anche dal procuratore Laudati. «Pur avendo massimo rispetto per i provvedimenti adottati dal consiglio dei ministri - ha dichiarato il capo della procura barese - la Dda di Bari non può che vedere, indirettamente, disconosciuto tutto il lavoro fatto in questi anni nel contrasto alle mafie, ma soprattutto a quella più pericolosa del Gargano, specie in considerazione del fatto che da quello che emerge da una prima lettura del decreto legge, il criterio con il quale, invece, sono stati "salvati" sei tribunali è stato quello di mantenere un forte presidio giudiziario nei territori caratterizzati da una significativa presenza della criminalità organizzata».

Da qualche parte c’è stato un corto circuito. Nella relazione di accompagnamento allo schema di soppressione dei tribunali, prodotta dagli uffici del ministero e finita sul tavolo del Consiglio dei ministri, si fa esplicito riferimento alla relazione che Laudati inviò al capo dipartimento Luigi Birritteri il 5 giugno scorso, dopo richiesta dello stesso capo dipartimento. «La relazione acquisita in atti a firma del procuratore della Dda di Bari competente per territorio - si legge nel provvedimento del governo - non mostra fenomeni di particolare impatto sulla criminalità organizzata che possano giustificare, a fronte della pregnante lontananza dei parametri scelti, il mantenimento del tribunale di Lucera neppure sotto tale profilo».

«Avevo chiesto di integrare e modificare quella relazione», ha spiegato ieri al Corriere il procuratore Seccia. «Perché quanto inviato a Roma non esaurisce ciò che è la mafia garganica e la criminalità organizzata in questo territorio. Ci sono indagini in atto che ci confermano la pericolosità del fenomeno - aggiunge - e la Dda di Bari sa perfettamente quale sia la situazione. Ci sono sentenze, confermate in Cassazione, e fatti recenti che ribadiscono la presenza di gruppi associativi mafiosi in questo circondario. E gruppi criminali residuali delle vecchie associazioni. E sia chiaro - precisa - non sono preoccupato per il mio posto, io posso andare a lavorare anche in Botswana. Sono preoccupato per questa terra».

Nella relazione inviata a giugno a Roma, la Dda elenca i provvedimenti adottati, i procedimenti in corso, l’azione di contrasto alla criminalità nella zona Nord della Puglia, con riferimento al Gargano e alla Capitanata. Indica «la criminalità foggiana tra le più agguerrite e pericolose». Per il circondario di Lucera, la Dda però scrive: «Pur manifestandosi ancora contrapposizioni con vere e proprie faide, tra i gruppi Libergolis e Primosa Alfieri, tra Libergolis e Romito, tra Ciavarella e Tarantino, tra Martino e Mancini-Di Claudio, non emergono allo stato attuale ulteriori manifestazioni di criticità».

Fonte: Antonella Caruso per il Corriere del Mezzogiorno

Menu