I Carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia di San Severo hanno tratto in arresto per detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti i sannicandresi Michelangelo Petrone, di 34 anni e Matteo Dario Nardella di 32. I due sono stati notati dai militari della compagnia di Apricena, mentre a bordo di una Ford Focus con targa bulgara procedevano ad altissima velocità lungo la SS 89.
La condotta di guida dei due, che con sorpassi azzardati e gimacane tra gli altri veicoli, cercavano evidentemente di sottrarsi ad eventuali controlli, ha insospettito i carabinieri che a bordo di un’auto civetta li hanno raggiunti intimandogli l’alt. I malviventi per tutta risposta hanno accelerato ulteriormente cercando di sfuggire ai militari, che hanno ingaggiato un concitato inseguimento durato diversi chilometri.
Il provvidenziale intervento di una gazzella dell’Arma ha permesso ai militari intercettare l’auto che procedeva a folle velocità in prossimità di un distributore di benzina. Appena fermato Pertone, con una mossa repentina, ha tentato di disfarsi della cocaina contenuta in una busta in cellophane, versandola nella bocchetta d’areazione del veicolo, venendo prontamente bloccato dai militari che sono riusciti a recuperare gran parte dello stupefacente per un peso di circa 6 grammi.
Anche Nardella è stato trovato in possesso di un involucro contenete marijuana. Dopo una serie di ulteriori perquisizioni a San Nicandro Garganico, presso le abitazioni dei due e la merceria gestita dalla moglie di Pertone, i militari hanno trovato altro stupefacente. In particolare presso l’abitazione di Nardella sono stati trovati ulteriori 5 grammi di mariujana occultati su un frigorifero e un bigliettino sul quale il pregiudicato aveva annotato la contabilità della propria proficua attività di spaccio; mentre presso la merceria del Pertone un panetto di hashish del peso di oltre 80 grammi che l’uomo aveva avuto cura di occultare in un cesto in vimini. I due sono stati quindi arrestati con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti e tradotti presso il carcere di Lucera.
(Fonte: Il Grecale)