Permettetemi di fare solo qualche osservazione in merito alla vicenda del piccolo Charlie per il quale tanto stiamo pregando in questi giorni! L’osservazione che intendo fare riguarda soprattutto molti miei parrocchiani o amici che seguono i miei post e che sono davvero rimasti commossi e colpiti da tutta questa vicenda! Mi sono però accorto di un rischio! Quale? Quello di un giudizio sulla realtà che non va fino in fondo e che si ferma come sempre solo all’emotività, un giudizio che arriva fino a un certo punto….al naturale sentimento di commozione davanti a un piccolo bambino gracile che sta per venire ucciso dai medici (…perché di omicidio si tratta, punto e basta!) ma che non arriva fino alla radice da dove sgorga tutta questa vicenda! E’ un rischio grosso, perché se non arriviamo alla radice da cui nasce tutta questa tragedia, una volta passata viene dimenticata come se non avesse nulla a che vedere col nostro modo di alzarci al mattino, di andare a lavorare o di guardare i nostri problemi e i nostri figli!
Io mi sono chiesto in questi giorni: ma da dove nasce l’atteggiamento dei giudici inglesi? Da dove nasce il loro aver condannato Charlie alla morte? Come guardano la realtà questi giudici? E da dove nasce il giudizio dato dalla Corte di Strasburgo? E i medici perché agiscono così?...sono tutti dei mostri spuntati all’improvviso all’orizzonte della vita del piccolo e dei suoi genitori contro i quali si oppone il resto dell’umanità ( cioè noi…) che invece al loro posto avremmo agito esattamente all’opposto?....e’ proprio vero che nell’atteggiamento di questi giudici e di questi medici non c’è nulla che ci riguardi e che siamo davvero estranei a tutta questa cultura di morte che tanto prepotentemente si impone a noi in questi giorni? Lasciatemelo dire….io penso di no! Penso che questa cultura di morte ha una radice che ci riguarda molto da vicino e sapete qual è questa radice? La radice è quello che chiamiamo con una parola strana e abbastanza diffusa: laicismo!
Cosa è il laicismo? E’ quel modo di vivere e di giudicare la realtà e i suoi problemi a partire da una posizione molto semplice,sintetizzata nella famosa espressione di Cornelio Fabro: Dio, se c’è, non c’entra! Il laicismo non nega l’esistenza di Dio…anzi…ma questo Dio non c’entra con l’uomo concreto, con i suoi interessi, i suoi problemi, ambito in cui l’uomo è misura a se stesso, signore di se stesso! Dio è un fatto “intimo”, “privato”…ma non incide, e né voglio che lo faccia, sul modo con il quale affronto la realtà, sul modo come la costruisco e sulla direzione etica che voglio dare alla mia vita!
Nell’ambito dei problemi umani dunque Dio, se c’è, è come se non ci fosse. Si realizza così la divisione tra un sacro e un profano, quasi che possa esistere qualcosa che stia al di fuori del <<tempio>> di Dio che è il cosmo intero. Quanto più tale mentalità si dilata, tanto più Dio diventa qualcosa che fugge lontano, non tollerato se pretende intervenire in quei destini di cui l’uomo si sente padrone.
In un breve articolo non ho la pretesa di essere esaustivo nella descrizione di questo atteggiamento teorico e pratico (magari l’articolo può essere l’inizio di un approfondimento di questo) ma dobbiamo sottolineare che questa posizione è cominciata alla fine del Medioevo, si è affermata definitivamente come forma anche politica con la Rivoluzione francese ed è la posizione oggi dominante anche nella testa, e quindi nella vita, di tantissimi cristiani! Anche nella nostra testa….! Basta osservare come tanti, anche cattolici frequentanti la messa domenicale, si pongono davanti a certi richiami della chiesa in campo morale o politico! Quanti (che vanno a messa tutte le domeniche) si arrabbiano (perché questo Dio si intromette nelle loro esistenze concrete!) e dicono: ma perché la chiesa deve impedirmi di divorziare? Ma perché la Chiesa deve dirmi che con il mio ragazzo non posso avere rapporti intimi prima del matrimonio? Ma perché la Chiesa non mi lascia libera di abortire se un bambino non lo voglio e non lo desidero (l’utero è mio e lo gestisco io!)? Ma perché non posso convivere? Ma perché se amo una persona dello stesso sesso non posso avere rapporti sessuali con lui e non posso sposarmelo se lo amo? Ma perché devo andare a messa tutte le domeniche se io posso pregare il Signore a casa mia e posso essere un buon cristiano anche senza fare la comunione o confessarmi…basta amare il prossimo?...ecc..ecc..ecc………Quanti tra di noi ragionano così? Io credo in Dio, certo che ci credo, anzi lo amo tantissimo ma…..la vita è mia e me la gestisco come voglio io! Non ammetto intromissioni da parte di questo Dio!
Insomma…Cristo non è più dentro la vita! Forse a fianco,forse sopra o sotto la mia vita…ma non più dentro! Non determina più il rapporto con mia moglie, con la mia fidanzata,con i miei figli, con il mio lavoro, con le mie vacanze, con il mio tempo libero…con il dolore, con la malattia e con tutto il resto dei miei problemi….
Anche noi viviamo così! Anche per tantissimi di noi Dio fatto uomo, Cristo, è solo un sentimento intimo…punto e basta! Va bene a messa (ogni tanto!), va bene quando dico le mie poche preghiere, va bene quando sono in chiesa, quando faccio qualche opera di volontariato….ma per il resto dei miei giudizi e dei miei problemi, negli altri immensi e concreti campi dell’esistenza…Cristo non c’entra!
Qual è il frutto di tutto questo? Che l’uomo è padrone di se stesso e della sua vita! E’ l’uomo che decide tutto,o nelle aule di tribunale, o nei Parlamenti politici, o nel piccolo ambito della sua vita….sono io che decido tutto! E alla fine….decido anche ciò che è vita e ciò che non lo è…ciò che è degno di vivere e ciò che non è degno….io sono la misura di tutto!
Scriveva il servo di Dio Mons. Luigi Giussani già agli inizi degli anni ’80: <<Il vero nemico di una religiosità autentica, a mio avviso, non è tanto l’ateismo quanto questo laicismo: un sacro infatti che non c’entri con il campo concreto degli interessi quotidiani dell’uomo rende il rapporto col Dio concepibile solo come totalmente soggettivo. E la realtà umana resta con i suoi problemi e i suoi interessi alla mercè dei criteri dell’uomo, in pratica facilmente determinabile dal potere.>>
Allora da dove viene il dramma di questi giorni che tanto ci commuove?...dal fatto che Cristo non c’entra più niente con la realtà…non c’entra più niente con Charlie e con la sua vita e la sua malattia…non c’entra più niente con l’approccio che la medicina ha ai problemi dell’uomo….non c’entra più niente con le leggi degli stat….Cristo non c’entra! E se Cristo non c’entra….allora io sono la misura di tutto! Un po’ come viviamo noi tutti i giorni…..
Io vorrei che questa tragedia ci provocasse davvero a chiederci: continuare a vivere e a costruire le nostre vite senza Cristo, oppure tenendolo alla porta…..ci conviene?....Guardate Charlie…e ascoltate bene la sua risposta!
Intanto faccio mie le parole del Card. Carlo Caffarra, arcivescovo emerito di Bologna che bene ha sintetizzato la posizione più realistica da avere davanti a tutto questo:
<<Siamo arrivati al capolinea della cultura della morte. Sono le istituzioni pubbliche, i tribunali, a decidere se un bambino ha o non ha il diritto di vivere. Anche contro la volontà dei genitori.
Abbiamo toccato il fondo della barbarie.
Siamo figli delle istituzioni, e dobbiamo la vita ad esse?
Povero Occidente: ha rifiutato Dio e la sua paternità e si ritrova affidato alla burocrazia!
L' angelo di Charlie vede sempre il volto del Padre.
Fermatevi, in nome di Dio! Altrimenti vi dico con Gesù: " Sarebbe meglio che vi legaste al collo una macina da mulino e vi gettaste nel più profondo del mare".>>
Don Roberto De Meo, parroco della Chiesa Madre