Ascoltando di Federico II davanti San Giorgio

L'evento lo scorso 23 agosto in Terravecchia

Una volta lo avremmo chiamato "Incontro-Estate su...". Oggi han preferito titolarlo "Dialogando su…", per giustificare di voler parlare di un personaggio, di uno o più luoghi, di costumi, di un autore.

Sabato sera, come è annunciato nei pochi manifestini comparsi per il paese, si è stati intrattenuti in Terravecchia, davanti  San Giorgio, “Dialogando” o cercando di farlo, appunto, su Federico II. 

Eravamo in una settantina di persone, tutti invitati da Rosa Ricciotti la notissima cantante lirica, ormai dilagante in molti altri ruoli: insegnante, regista, presentatrice, politica, amministratrice pubblica, scopritrice di talenti, organizzatrice di corsi professionali o coordinatrice di spettacoli; o da Giovanni Melchionda (Psicologo) rivelatosi, anch’egli, poliedrico showman extra-professionale, viaggiatore in quel di Israele e, ovviamente, conoscitore delle Sacre Scritture e riconoscente verso la Biblioteca vaticana per aver digitato in rete i suoi due volumi del famoso testo “De arte venandi cum avibus”.

Ci ha sorpreso, tra l’altro - nel quadro di pessime impressioni circolanti da parte degli ospiti compaesani, sulle degradate condizioni del paese durante questa specie di stagione estiva – una bella nota di costume su San Nicandro, colta dal suo amico, pure lui ospite estivo, il Professor Meir Malul, docente di scienze mesopotamiche e di Biblistica ebraica presso l’Università di Hayfa (IL).

Insieme, in pochi giorni, la Ricciotti e il Melchionda hanno pensato e realizzato tale “Dialogando”; un’occasione che ha spaziato dall’autore del primo e più noto trattato sulla caccia con il falcone e ai suoi rapporti, “indiziariamente” considerati inevitabili, con il borgo sannicandrese, alla cultura fruttifera di Israele con il nostro paese e con Rodi Garganico.

Sul sagrato delle chiesa, un canestro d’uva adornato di pampini, un altro di limoni e cedri, un gran cesto di fichi piccolini, di quelli che sanno di miele sopraffino, e un cestino di fichi grandicelli, tutti  impreziositi da un vago manto di quattro o cinque caratteristiche foglie.

La giovane nipote di Giovanni, Maira Melchionda, cantante classica, ha aperto sorprendentemente la serata con voce angelica e con un soave motivo due-trecentesco; e  lui stesso, Giovanni, ha iniziato a dire che l’argomento principale dell’incontro riguardava Federico II, alla luce - ha precisato – della messa in rete da parte del Vaticano dell’unica copia del libro scritto da Manfredi utilizzando gli appunti e i disegni di suo padre, sulla natura e gli uccelli di transito da secoli sopra i pantani del Meridione.

E dove poteva vedere tanti uccelli di passaggio – arguisce il Melchionda – con tutto il tempo occorrente per l’osservazione, le necessarie annotazioni scritte, importando almeno un paio di stagioni e, soprattutto considerando quello che ci voleva per la descrizione e la messa in ordine dei disegni colorati, delle scene con cavalli e con il falcone (o falco, o falchetto).

Solamente appostandosi al limite (e noi diciamo pure, forse addirittura dentro l’acqua) di Pantano o anche da sopra Coppa Perazzi, ad esempio. E cosa avrà visto il nostro Federico, ha intuito Melchionda? I pantani maggiori allora esistenti nella Capitanata che lui praticava (Foggia, Lucera, Apricena) erano e sono tuttora l’ex Lacus Pantanus (ora Lago di Lesina) che giungeva a cinque chilometri da Sancti Nicandri, e quello di Salpi, a Sud.

Melchionda conclude che FedericoII avrà sicuramente trovato più comodo osservare,  prender nota e abbozzare descrizioni e disegni nel castello di San Nicandro.

Mentre parlava, una ventina di “slide” venivano proiettate sul muro della chiesa, presentando una trentina di pagine del libro di Federico II. Sempre a proposito di Federico II  Melchionda ha parlato di Gerusalemme. Di quando egli andò a fare la Sesta Crociata insieme a ventimila soldati; e come, arrivato sotto le mura della città, avrà inviato un’ambasciata per tentare un accordo con il sultano egiziano, Al Malik, Al Kamil, il quale non solo si sarebbe meravigliato della proposta, ma scoprì che un cristiano parlava bene l’arabo (Federico parlava altre tre lingue e tre o quattro dialetti).

Fu forse preso in simpatia o perché all’arabo i conti tornavano, certo è  che l’accordo fu realizzato, per cui cristiani, ebrei e musulmani  dovevano vivere in pace a Gerusalemme e in tutto il regno. Addirittura Federico ha potuto incoronarsi solennemente re di Gerualemme. In seguito, da ogni altro interessato quell’accordo fu disconosciuto. Ad esempio, il Papa scomunicò Federico II e non passò  gran tempo, che anche gli altri hanno ricominciato a fare la guerra in Palestina.

Poi, come era stato promesso da principio, si è parlato di uva, di limoni e cedri e di fichi, in Israele, a San Nicandro e a Rodi Garganico. Di tali argomenti ha parlato Meir (o Marco) Malul, amico e ospite, in vacanza a San Nicandro con la famiglia. Lui si esprimeva in inglese e Giovanni Melchionda traduceva lì per lì.

Ha spiegato ciò che nella Bibbia ebraica è scritto dell’uva, dei cedri (3) e, più di tutto, dei fichi che “a San Nicandro, come in Israele, pare che non appartengano a nessuno, per cui tutti, ognuno che arriva presso un albero di fico si può cibare dei suoi frutti”. Il professor Malul ha spiegato anche di certe interpretazioni sopra alcuni scritti dell’Antico Testamento, a riguardo dell’umiltà e dell’orgoglio di grandi personaggi.

A Chiusura della serata l’etnomusicologo Angelo Frascaria ha chiosato con la sua chitarra intorno alle “canzóne” tradizionali locali che possederebbero radici nella Poesia della Corte siciliana di Federico II.

Alla fine, una bella canzone di Ennio Moricone è stata cantata dall’altra soprano Sannicandrese Angela Cataluddi.

Per conclusione tutta l’uva e tutti quei fichi sono stati offerti a chiunque ne potesse gustare.

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