Venerdì 21 dicembre nella sala conferenze del Convento (ex refettorio) , si è svolta la conferenza sul tema “Le relazioni al tempo di internet” con la relatrice Dott.ssa Antonella Petrella psicologa-psicoterapeuta specialista in psicoterapia cognitiva-interpersonale e diagnosi e riabilitazione dei disturbi cognitivi.
Una delle tante facce di internet è Facebook, la cui caratteristica è quella di attirare una moltitudine di internauti. In questo social network vi sono tante richieste di amicizie per poter accedere al salotto virtuale in cui incontrare una persona con cui colloquiare.
Perché questo social network ha avuto subito e continua ad avere tante richieste di amicizie virtuali? Dai dati statistici sappiamo che l’età degli internauti di Facebook sono giovani dagli 11 ai 34 anni.
Chi sono questi milioni di internauti che si rifugiano nelle relazioni virtuali? Coloro che hanno paura della loro inadeguatezza nelle relazioni reali che richiedono il guardarsi, il parlare, l’ascolto, il ricevere e dare emozioni vere attraverso una vicinanza con il/la colloquiante.
La relazione virtuale è più comoda perché non è operativa, né attiva. E’ proprio questa relazione affettiva non operativa e inattiva che rischia di essere fonte di ulteriore solitudine ed emarginazione. Rimane però la speranza di ricreare nella vita di ciascun internauta ciò che manca.
Da questo si evince quanto sia in crisi la relazione interpersonale e si spiega la tecnodipendenza, micidiale per una personalità chiusa, piena di paure, inibita e che si ostina a non frequentare gli amici reali.
Secondo la relatrice un genitore deve essere attento a determinati campanelli di allarme: la lunga permanenza davanti al computer, la non frequentazione degli amici, incurante del tempo libero, un isolamento nella sua cameretta, un eccessivo nervosismo, ecc.
La relatrice ha cercato di dare anche dei consigli ai genitori: il primo dei quali è imparare a navigare in internet per poter seguire i propri figli; impostare sul computer le modalità protette, accertarsi che i social network abbiano le corrette modalità circa la privacy, navigare con i figli, trascorrere più tempo insieme, impegnarsi in attività alternative.
Matteo Gioiosa