Fallimento Tributi Italia: in fumo 3,2 mln di euro

L'importo dovuto non entrerà mai più nelle casse del Comune

Andranno persi i 3,2 milioni di euro del credito che, a detta degli amministratori locali, vanta il comune di San Nicandro nei confronti della Tributi Italia (ex San Giorgio s.p.a) per somme riscosse dai cittadini sannicandresi e mai trasferite nelle casse dell’ente.

La notizia della dichiarazione dello stato di «insolvenza» a danno della Tributi Italia - pronunciata dal Tribunale fallimentare di Roma, che ne ha riconosciuto l’impossibilità di “adempiere regolarmente le sue obbligazioni - manda nel panico la contabilità di molti enti locali, sancendo ufficialmente l’impossibilità di rientrare in possesso dei crediti vantati.   

Gli oltre 10 milioni di passivo della società di riscossione dei tributi (che aveva ramificazioni in ogni parte d’Italia e che ha messo in ginocchio enti locali dal nord al sud della penisola) accertati dal commissario straordinario Luca Voglino nel corso della procedura di amministrazione controllata cui era stata sottoposta, ha prodotto la naturale conseguenza della dichiarazione dello stato      di insolvenza. «Alla data del 18 giugno 2010 – scrive nella relazione il commissario Voglino - la Tributi Italia spa risulta avere un patrimonio netto negativo pari a 10.976.558 euro ; allo stato risulta avere ancora aperte 11 agenzie rispetto alle originarie 400, con 128 convenzioni in corso rispetto alle originarie 508 (di cui 184 cessate per inadempimento del concessionario e 78 per ammissione dei lavoratori dipendenti alla Cig); la Tributi Italia ha inoltre subito numerosi pignoramenti o sequestri di conti correnti bancari e postali, in   particolare un sequestro disposto dalla Procura della Corte dei Conti del Lazio per importi di circa 45 milioni di euro; inoltre la Tributi risulta avere subito 32 procedimenti di sfratto per morosità, oltre a d essere risultata morosa nel pagamento di utenze (luce, acqua, gas, telefono) per circa 1.800.000 euro».   

La Tributi Italia, ex San Giorgio Tributi, aveva allungato i suoi tentacoli anche a San Nicandro dove, con l’escamotage della costituzione di una società mista pubblico-privato (San Nicandro Tributi) costituita nel 2004, aveva praticamente dissanguato le casse comunali praticando aggi definiti dagli attuali amministratori da “cravattari”mettendo costantemente in crisi la liquidità dell’ente, per via dei mancati trasferimenti al comune delle somme incassate dai contribuenti.

Fu una scelta a dir poco coraggiosa, per molti ritenuta rischiosa ed azzardata, quella dell’amministrazione attuale di porre fine a quel rapporto con la revoca dell’affidamento del servizio di gestione dei tributi alla società mista e la reinternalizzazione del servizio, ripristinandolo in capo all’ufficio tributi comunale.

«Quell’affidamento del servizio alla San Giorgio Tributi, deciso dall’amministrazione di centrodestra che mi ha preceduto è stato figlio di una scelta criminale e dissennata, senza una sola giustificazione che la sostenesse – spiega il sindaco Costantino Squeo -. Solo la revoca di quegli atti ha consentito, infatti, a questo ente di poter sopravvivere».

(Anna Lucia Sticozzi per La Gazzetta del Mezzogiorno)

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