A guardia alta

Ancora un altro boato, ancora un’altra notte insonne, ancora paura tra le famiglie di San Nicandro e tanto altro ancora. Viviamo tempi duri sotto il profilo sicurezza, carenza di fondi, terrorismo religioso, organizzazioni criminali estere, criminalità organizzata interna, metastasi che si incarnano nel tessuto sociale in cui ognuno di noi è chiamato al proprio quotidiano. Sarà l’assuefazione, sarà il lassismo ed ancor l’amato “tira a campare”, oppure la nostra genetica borbonica che ci fa guardare ad eventi come quello occorso nella scorsa serata con occhi distaccati, felici che nulla sia capitato a noi.

Ancor mi chiedo, con infantile innocenza, se tutto ciò sia plausibile quando, a distanza di poche ore, c’era un paese in strada per i Riti della Settimana Santa. Entrando in approfondita analisi, ciò significa che oltre alla premeditazione del reato in specie, ieri sera, tra noi, quasi sicuramente, già c’era la sostanza che poi avrebbe fatto detonare il bancomat della Credem, in pieno centro cittadino. È sicuramente un evento che non poco mi crea scompiglio pensando a ciò che sarebbe accaduto se il composto chimico in questione, occultato in qualche auto vicino all’obiettivo, si fosse innescato al passaggio del corteo religioso. Il tutto in barba alle Istituzioni dello Stato di cui orgogliosamente faccio parte. Così non riesco più a guardare lontano, e magari non lo voglio. Il mio interesse mi blinda l’attenzione sui miei affetti, sui miei amici, sulla mia sempre amata collettività, su San Nicandro. Il cervello mi si arrovella tra azioni e contromisure da adottare: scendere in piazza per una marcia per la legalità, con invito rivolto a tutte le associazioni, quindi a un maggior dialogo e forme collaborative con le Forze dell’Ordine, quindi un invito ad essere ricevuti dal Prefetto sul tema “ordine e sicurezza pubblica”, forme di risposta che adesso devono trovar riscontro da ognuno di noi. Qualcuno prima di noi si è chiesto lo Stato cosa possa fare per noi. Io, per DNA, ho sempre pensato cosa potessimo fare noi per lo Stato. Siamo noi lo Stato, siamo noi Collettività, siamo noi San Nicandro. Ognuno di noi con i propri mezzi e con le proprie forze. Ma tutti.


Pietro Paolo Mascione

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