Oggi, 25 Ottobre 2015, il noto quotidiano online Il Fatto Quotidiano intitola così il suo speciale nella rubrica “Cervelli in fuga”: «Regno Unito, la “fuga” degli infermieri italiani: “Qui possiamo fare carriera ed essere considerati persone non numeri”». Ed in questo speciale ritroviamo una breve intervista al sannicandrese Antonio Torella.
«Qui siamo persone, non numeri - inizia il sannicandrese trapiantato a Bologna. Per lui, 31 anni e una laurea conseguita nel 2007, quella inglese è stata una parentesi lavorativa che si è appena conclusa. “Faccio parte dell’ultima generazione che è riuscita a entrare negli ospedali italiani tramite concorso pubblico e a ottenere un contratto a tempo indeterminato”, racconta a ilfattoquotidiano.it. Ma Antonio, dopo otto anni di lavoro senza prospettive di crescita, sentiva il bisogno di fare un’esperienza all’estero: “Ho chiesto un periodo di aspettativa non retribuita per andare in Inghilterra”, spiega. La sua destinazione è stata un ospedale pubblico di Brighton, ottanta chilometri a sud di Londra. Qui Antonio è venuto a contatto con i problemi di una generazione vicinissima alla sua e al tempo stesso molto distante: “Per la prima volta ho vissuto tutte le preoccupazioni di questi ragazzi appena laureati che sono costretti ad andare all’estero per trovare lavoro”, ammette.
E a completare quanto affermato Antonio Torella, ci sono anche le parole di Barbara Mangiacavalli, Presidente della Federazione Nazionale dei Collegi Ipasvi “Dal 2008 la crisi economica ha ridotto il finanziamento al sistema sanitario e ormai abbiamo alle spalle anni di blocchi del turnover e dei contratti questo significa che noi formiamo il giusto numero di infermieri, ma loro poi non vengono assorbiti dalla pubblica amministrazione”.
Sessantamila infermieri mancano in Italia e risultano ben 25 mila disoccupati neolaureati.
In Inghilterra si contano circa 2500 infermieri italiani. E Il fenomeno è in netto aumento».