“Non ci sono le condizioni politiche e programmatiche perché il Partito Democratico sostenga in qualunque forma questa esperienza amministrativa”. E’ quanto il segretario cittadino del PD Matteo Vocale ha comunicato al sindaco Pierpaolo Gualano nella tarda serata di ieri, all’esito della Direzione dove gli stati generali di Pozzo Bove hanno analizzato l’incontro del pomeriggio di mercoledì con il primo cittadino e il presidente del consiglio comunale Domenico Fallucchi.
“Nonostante la nostra disponibilità, dettata proprio da quel senso di responsabilità di cui tanto si parla in queste ore - sostengono da Pozzo Bove - riteniamo che la gestione di questa crisi amministrativa abbia avuto un iter del tutto anomalo, fuori da ogni logica politica e privo di basi strategiche e programmatiche sostanziali.
Dobbiamo innanzitutto prendere atto, con sincera razionalità, del totale fallimento di quel progetto politico che, nella campagna elettorale del 2013, si era proposto di gestire la difficile fase del dissesto finanziario del comune di San Nicandro e che dagli elettori ha avuto il mandato di esercitare per primo quella grande responsabilità.
Una crisi frutto del ripudio della componente di centrodestra, che vuole essere risolta da una parte con un vero e proprio cambio di pelle della natura politica di questa amministrazione, mentre si è proceduto alla trattativa con i singoli consiglieri, in una logica essenzialmente personalistica e numerica, priva di ogni prospettiva politica sul futuro della città e solo al termine della quale si è chiamato in causa il PD, quasi fosse un’appendice opzionale.
Avevamo chiesto, davanti ai cittadini, che questa crisi fosse risolta e risolta con approccio istituzionale e trasparente: così non è stato, se si esclude soltanto il confronto con il nostro segretario e la delegazione di dirigenti inviata al sindaco.
Resteremo al posto in cui l’elettorato ci ha voluti, con lo stesso senso di responsabilità che ci ha guidati fino ad ora e guardando soltanto ai problemi della città. Problemi che ci auguriamo da domani vengano chiamati per nome ed affrontati con grande coraggio e determinazione. Solo in questo caso, se questa esperienza dovesse in qualsiasi modo continuare, il sindaco ci troverà al suo fianco. Volere il bene della città, a nostro vedere, significa questo: dove non si riesca, la parola deve tornare agli elettori”.