Ha sparato al giovane perchè provocato, non certo con l’intenzione di ucciderlo, e non ha mai preteso il pizzo. L’ha ribadito in aula rendendo dichiarazioni spontanee nel processo in corso davanti ai giudici foggiani L.D.A. , ventisettenne sannicandrese in attesa di giudizio per tentato omicidio e tentata estorsione per fatti che risalgono al 14 agosto scorso. Al termine dell’udienza i giudici hanno accolto l’istanza degli avvocati e concesso i domiciliari all’imputato, dopo 9 mesi in cella: fu fermato dai carabinieri poche ore dopo il ferimento. Nella prossima udienza verrà affidato l’incarico al medico legale per accertare le ferite riportate dalla vittima, se mai fu in pericolo di vita.
L’imputato (già assolto in appello dopo la carcerazione di 2 anni e 3 mesi per un omicidio avvenuto nel centro garganico nel 2011) è accusato di aver sparato ad un giovane garganico la sera del 14 agosto di un anno fa nei pressi di un bar; il ferito fu ricoverato in ospedale a San Severo con una ferita da arma da fuoco all’addome. L’accusa poggia anche sul filmato registrato dalle telecamere della zona teatro dell’aggressione. Secondo quanto raccontarono i carabinieri in occasione della conferenza stampa per l’arresto del presunto pistolero, l’accusato fece fuoco dopo aver preteso dalla vittima 500 euro, da qui l’accusa anche di tentata estorsione. L’imputato nega e sostiene che non voleva soldi dal giovane, che avrebbe ripetutamente invitato a non infastidire la sua fidanzata: se fece fuoco fu perché era provocato e sparò – è la tesi difensiva – con l’intenzione di ferire e non certo di uccidere.
Fonte: La Gazzetta di Capitanata 14/5/2015